00:00 7 Febbraio 2013

Il modello inglese si impone sull’americano: vinta una grande battaglia

Clamorosa virata dell'americano verso l'inglese, ma ora a "sbandare" sono gli altri modelli.

Notevole performance del modello inglese per il peggioramento nevoso atteso per lunedì 11 febbraio. Da più giorni il modello del centro meteorologico di Reading ha continuato a sfornare corse molto stabili, in cui ha fotografato in maniera abbastanza precisa l’evoluzione delle figure bariche su scala europea, con una depressione in grado di influenzare il tempo di gran parte del nostro Paese, con nevicate a quote di pianura al nord e molto basse sulle regioni centrali tirreniche.

Il modello inglese ha sorpreso per affidabilità, dopo essere stato a lungo "accusato" di essere meno preciso sul lungo termine rispetto al modello americano.

Proprio l’americano ha inanellato una delle sue peggiori prestazioni, finendo addirittura dietro tutti i modelli cosiddetti "minori", collocando troppo ad ovest il perno freddo a 5500m, così da far scorrere troppo ad ovest e troppo a sud la depressione in arrivo dalla Francia. 
Ukmo ad esempio ha seguito sin dall’inizio la linea del modello inglese, mentre il canadese GEM, l’altro americano NGP e spesso anche il giapponese JMA, senza dimenticare il cinese CMA, hanno strizzato l’occhio spesso al modello inglese, pur risultando un po’ più ballerini.

Piccole sbandate che continuano anche oggi perchè, ora che l’americano si è finalmente allineato all’inglese, prevedendo una grossa nevicata, questi modelli spostano i minimi più ad est e più a sud, rendendo la previsione oltremodo complessa nella localizzazione dei fenomeni, più che nell’impianto generale che rimane favorevole ad un importante evento nevoso.

Tuttavia queste varianti, che stamane si riscontrano per la verità anche nei due modelli che per primi hanno "letto" il peggioramento, influenzano anche la nostra previsione e ne limitano l’attendibilità, soprattutto per ciò che concerne gli accumuli, che potrebbero risultare più importanti ad esempio tra Triveneto, Liguria di Levante, est Lombardia e Toscana, ma mancano quasi 4 giorni e il posizionamento della trottola depressionaria è ancora ben lungi dall’essere vista con esattezza in tutti i suoi movimenti.

La paura del previsore è che la virata delle correnti da ovest non diventi così preponderante e la curvatura ciclonica delle correnti tanto spostata ad est da limare ulteriormente le precipitazioni su tutte le zone non esposte a questo tipo di circolazione. Non ci sarebbe ovviamente nulla di male, ma la previsione sarebbe a dir poco rivoluzionata. Resta comunque da rimarcare la grande prestazione del modello inglese.

Autore : Alessio Grosso