00:00 25 Gennaio 2016

“Super” anticiclone mediterraneo: per quanto ancora?

Nei prossimi giorni l'Italia nonchè i settori meridionali d'Europa, verranno interessati dalla presenza di un'importante figura anticiclonica che terrà sotto scacco vasti settori d'Europa. Quali vie di fuga al persistere di questa situazione?

Più che per la neve e per il freddo, l’annata invernale 2015/2016, sembra voglia essere ricordata per i super-anticicloni che ne stanno influenzando (positivamente o negativamente dipende dal Vostro punto di vista) l’andamento generale della stagione su scala europea. In ambito italiano, la presenza di queste vere e proprie "famiglie" di anticicloni, determinano quest’anno delle mensilità particolarmente avare di precipitazioni nevose, soprattutto sulle regioni settentrionali. Anche il quadro termico generale subisce in modo più che evidente l’effetto di questa circolazione occidentale che veicola sull’Europa meridionale, masse d’aria temperate di origine oceanica "profonda", prelevata addirittura dalle latitudini subtropicali dell’oceano Atlantico. 

Sotto molti aspetti, l’inverno attuale assomiglia in tutto e per tutto agli standard caratteristici degli anni 90′, nei quali le poche e rare incursioni di freddo sulla nostra penisola, erano intervallate da lunghe fasi anticicloniche e dove comunque gli eventuali episodi di neve a bassa quota privilegiavano soprattutto i settori meridionali ed i versanti adriatici del Paese, lasciando "a secco" le regioni del nord. 

Vogliamo sin da subito sottolineare come questa linea di tendenza che ormai si protrae da diversi mesi, continuerà ad influenzarci almeno sino alla prima decade di febbraio. Purtroppo trattasi di un percorso ormai ben collaudato dalla troposfera, la cui persistenza ostinata sull’Europa è senza dubbio agevolata anche da alcune complesse manovre che in queste settimane si sono verificate nella sovrastante fascia stratosferica. Quest’ultima è stata caratterizzata da consistenti raffreddamenti della temperatura che, propagandosi in troposfera, hanno raffreddato il Vortice Polare sino alle basse quote, evento quello descritto che peraltro si sta verificando anche in questo momento. 

A questo punto della stagione, le vie d’uscita potrebbero essere affidate al graduale, fisologico indebolimento del Vortice Polare che normalmente caratterizza la seconda metà dell’inverno. Questo progressivo indebolimento del Vortice Polare, viaggerebbe di pari passo con l’interrompersi graduale del dialogo tra la stratosfera e la troposfera che normalmente si verifica con l’avanzare della stagione verso il periodo primaverile.

Proprio con l’avvicinarsi della parte finale dell’inverno meteorologico ed ancor più verso il periodo primaverile, sono agevolati gli scambi meridiani che diventano sovente predominanti rispetto alle circolazioni atmosferiche zonali che, al contrario, tendono ad essere recessive. Quantomeno a livello statistico, la situazione che vi abbiamo appena descritto dovrebbe verificarsi proprio entro le prossime due mensilità: febbraio e marzo. Un occhio quindi all’evoluzione atmosferica delle prossime settimane anche se, a questo punto della stagione (e qui tocchiamo un tasto dolente per molti appassionati del freddo e della neve) l’inverno 2015/2016 sarà ricordato per i suoi "super anticicloni" più che per il freddo e per la neve. 

 

 

 

 

 

 




Autore : William Demasi