00:00 10 Dicembre 2001

In meteorologia esiste la legge della compensazione?

Sembra scontata una risposta negativa. Eppure la natura tende sempre, prima o poi, ad equilibrare le cose.

Vi ricordate l’inverno scorso? Tutti puntavano il dito sulla totale mancanza di freddo in Europa, con il nord Italia letteralmente sommerso dalla pioggia e dalla neve in montagna e il centro-sud in compagnia di un’eterna primavera. Sembrava che la situazione non dovesse trovare sbocchi e c’era chi riteneva che il tempo nei prossimi anni sarebbe stato governato dal regime dei venti atlantici.

Quest’anno ci ritroviamo nella situazione opposta: nubi, piogge e nevicate stanno colpendo le regioni che lo scorso anno avevano sofferto di più la sete, mentre il nord Italia è alle prese con un regime di siccità. Al posto della depressione d’Islanda c’è un potente anticiclone, quasi a bilanciare lo strapotere che la figura perturbata ha avuto l’anno scorso. A questo fa da controaltare una depressione quasi permanente sullo Ionio, sede l’anno scorso di figure anticicloniche praticamente stabili.

Questo dimostra che la natura cerca di bilanciare gli eventi cercando, alla fine, di non eccedere nell’uno e nell’altro senso.

E’ vero, ondate di freddo in questi ultimi anni ne abbiamo viste sempre meno, a scapito di ondate di caldo che, invece, non sono mai mancate. A tal proposito si invoca spesso “l’effetto serra” a giustificare ogni cambiamento che avviene da un anno all’altro sul nostro Paese, senza ricordarsi che la natura e il clima seguono cicli ancora in gran parte sconosciuti.

Il clima non necessita di anni o di secoli per mutare, ma di millenni. Può fluttuare, ma non per questo cambia radicalmente.

L’effetto serra esiste, ma bisogna ricordarsi che è grazie a questo fenomeno che la vita ha avuto origine sul nostro pianeta. Difatti l’atmosfera, oltre che contenere l’ossigeno e altri gas indispensabili per gli organismi viventi, consente anche un sostanziale equilibrio termico.

Se l’atmosfera venisse a mancare le giornate sarebbero caldissime e di notte tutto il calore verrebbe disperso nello spazio per irraggiamento con un conseguente crollo verticale della temperatura. Risultato? Escursioni termiche altissime tra la notte e il giorno con nessuna forma di vita che probabilmente riuscirebbe ad adattarsi a questo stato di cose.

Grazie all’atmosfera questo non avviene e parte del calore viene trattenuto nella troposfera consentendo solo modeste escursioni termiche tra la notte e il giorno. Ecco l’effetto serra!

Ovviamente con le emissioni di sostanze inquinanti in quest’ultimo secolo il fenomeno si è amplificato, ma di quanto non lo sa nessuno. Lo scopo dei ricercatori è valutare la reale entità di questa amplificazione e tracciare piani per ridurre al minimo qualunque forma di emissione nociva nell’atmosfera.
Autore : Paolo Bonino