00:00 5 Febbraio 2019

1989-1990: l’alta pressione dei 100 giorni, cronaca di un inverno ASSURDO…

Il mostro anticiclonico che interessò l'Italia nel semestre freddo 1989-1990 durò oltre 100 giorni! Ecco la cronaca, in breve, di quel periodo.

Il "mostro anticiclonico" che tenne sotto scacco mezza Europa nel semestre freddo 1989-1990. Questa carta si riferisce al 22 febbraio 1990.

Ami il bel tempo ad oltranza? Sei una persona che non sopporta ne la pioggia ne la neve? Magari se abiti in pianura ami anche la nebbia. Bene! L’inverno 1989-1990 sarebbe stato il tuo massimo.

A volte ci piace scherzare un po’, ma la situazione che si venne a creare in quel periodo in Italia fu qualcosa di allucinante.

Dopo un mese di ottobre abbastanza piovoso, novembre propose i primi attracchi del freddo da nord, con la neve che raggiunse quote anche basse lungo il versante adriatico. L’alta pressione nel frattempo andava gonfiandosi sul vicino Atlantico, bloccando completamente il transito delle perturbazioni verso di noi.

Gli occhi degli appassionati…e non… erano puntati verso nord. Si attendeva la discesa di una massa fredda, con l’alta pressione a fare da spalla ad ovest, come nelle migliori "fredde" circostanze.

Niente di tutto ciò avvenne! Anzi, da un giorno all’altro il getto sull’Europa centro-settentrionale divenne fortissimo. Esso diede un bel colpo all’alta pressione, che si coricò lungo i paralleli invalidando freddo e piogge per diverso tempo.

Subito sembrava una "spanciata" anticiclonica come le altre, certamente di lunga durata, ma non da compromettere l’esito dell’intera stagione invernale in Italia.

Dopo oltre 20 giorni di completo dominio anticiclonico (non solo in Italia, ma su gran parte dell’Europa centro-orientale), frasi del tipo "prima o poi cambierà"…"deve cambiare necessariamente"…"non può durare sempre così" iniziavano ad essere pronunciate da molti.

Natale passò senza neve, con tanta nebbia in pianura e sole splendente sui brulli rilievi.

Anche il mese di gennaio scivolò senza precipitazioni degne di nota. Il mostro anticiclonico di tanto in tanto sembrava poter cedere, ma alla fine ritornava…e più forte di prima.

La qualità dell’aria era pessima. La siccità un problema assodato. Sulle pianure tanta tanta nebbia ad inquinare ancora di più l’inquinabile.

All’inizio di febbraio, finalmente, arrivò una perturbazione dall’Atlantico. La pioggia fu accolta a braccia aperte da tutti, cosi come la neve in montagna. L’aria si ripulì temporaneamente e la nebbia lascio spazio a cieli piu limpidi. Fu però solo un fuoco di paglia.

Esaurita questa percussione atlantica, tutto si "richiuse" ed il resto del mese trascorse nuovamente sotto l’egemonia di un vasto anticiclone.

A Torino e Pescara le temperature massime superarono i 25° a causa di un effetto favonico davvero potente. Il 22 febbraio Genova raggiunse i 23°, una sorta di record storico per il capoluogo ligure nel mese di febbraio.

E marzo? Beh non ci crederete, ma anche marzo passò in compagnia dell’alta pressione, appena disturbata ad inizio mese da correnti più fredde da nord-ovest.

L’Italia quando ne usci? La pioggia, quella vera, arrivò al centro-nord solo nel mese di aprile, mentre il sud dovette ancora aspettare.

Quello appena descritto fu il periodo anticiclonico più lungo in Italia nella storia recente. Oltre 100 giorni di egemonia anticiclonica assoluta, senza interferenze, una cosa al limite dell’assurdo.

Autore : Paolo Bonino