00:00 17 Giugno 2009

Optimum climatico medievale, bufala o verità?

Pubblichiamo alcune tra le lettere più importanti sull'argomento "clima e dintorni" che giungono ogni giorno in redazione.

Gentile Redazione di Meteolive, Vi scrivo perchè desidererei avere una vostra opinione sul periodo denominato “optimum medioevale”. Questo perchè negli ultimi anni ho sentito di tutto e di più. Alcune fonti sostengono che in quel periodo le temperature, seppur più calde dei periodi precedenti e successivi, erano comunque di 1 o 2 gradi inferiori alle temperature attuali. Altri sostengono che fossero talmente miti da consentire ai Vichinghi di colonizzare la Groenlandia e di chiamarla addirittura “terra-verde”. Anche su questo episodio le fonti divergono perchè alcuni sostengono che il nome fu dato per ironizzare e per invogliare la colonizzazione. Conoscendo la Vostra moderazione e il vostro anticonformismo, sarei molto lieto di avere un punto di vista più obbiettivo. Cordiali saluti.

Marco Pavesi

Risponde LUCA ANGELINI

Gentilissimo signor Marco
la questione da Lei intavolata è stata oggetto di numerosi dibattiti e di accesissimi scontri perfino tra diverse schiere di scienziati. Con l’avvento della moda catastrofista qualcuno ha cercato perfino di cancellare la traccia di quel periodo, noto come “Optimum Climatico Medievale”, allo scopo di camuffare e manipolare visivamente i grafici che dimostravano la ciclicità naturale delle fasi climatiche.

Secondo il pensiero di Hubert Lamb, datato 1965, quel periodo fu una delle epoche più calde della storia del Pianeta. I suoi studi però, effettivamente incompleti e settoriali, furono messi in discussione dai ricercatori Raymond Bradley, Malcolm Hughes e Henry Diaz, ripettivamente dell’Università del Massachusetts, di quella dell’Arizona e del National Oceanic and Atmospheric Administration di Boulder. Il loro pensiero è stato supportato da numerose indagini paleoclimatiche e a mezzo di numerosi proxi di ricerca.

La voce di questi scienziati statunitensi però, probabilmente troppo scomoda per le nascenti “certezze” sul global warming antropico, fu più volte ribattuta da altri ricercatori, questa volta appartenenti al noto ente posto in essere dall’ONU, l’IPCC. Fu Mann ad esporsi con un grafico fortemente e palesemente “personalizzato” nel quale la curva dell’Optimum Climatico Medievale spariva completamente. La manovra, pur tra mille polemiche, fu alla fine smascherata ed ora gli studi più recenti e accreditati ci hanno restituito quel particolare periodo climatico.

E proprio sulla base degli ultimi studi possiamo affermare, pur con diversi margini di incertezza così come ci rammentano gli scienziati che hanno condotto le ricerche glaciologiche, dendrologiche e paleoclimatologiche, che durante l’Optimum Climatico Medievale le temperature globali erano nel complesso del tutto simili a quelle odierne, pur con alcune importanti differenze.

Il periodo preso in esame infatti comprende la forbice temporale che va dall’800 al 1200 d.C. Qui complessivamente le temperature, come detto poc’anzi, erano appunto del tutto simili alle attuali, con ondate di caldo alternate a periodi anche molto freddi. Prendendo però in considerazione i decenni che vanno dal 1080 al 1180 le cose cambiano; qui furono mediamente registrate temperature più elevate delle attuali intorno a 1-1,5°C, con punte fino a 4°C in più sulle regioni polari.

Da qui i racconti legati ai Vichinghi i quali trovarono invero le condizioni meteorologiche ottimali per attraversare il tempestoso mar di Norvegia fino alla Groenlandia. Sfatiamo però un mito: non pensiamo che in quegli anni la grande isola artica fosse davvero completamente verde; il nome le deriva dai territori del sud che i Vichinghi coltivarono e che in estate sono anche oggi sgombri da neve. Il resto era ed è ancora tutto ghiaccio. Lo stesso dicasi per gli alti passi alpini presumibilmente percorsi dagli eserciti e che per questo qualcuno immagina fossero totalmente sgombri dai ghiacciai. Certo nel periodo menzionato i ghiacciai alpini erano senz’altro un po’ meno estesi di oggi ma non facciamoci ingannare dalle apparenze: la particolare conformazione delle alte creste alpine infatti ci suggerisce che alle truppe risultò probabilmente più agevole percorrere un valico in alta quota camminando sopra la regolare superficie di un ghiacciaio piuttosto che arrampicarsi su un disconnesso, friabile, insidioso ed esposto valico di roccia marcia.
Autore : Redazione