00:00 8 Gennaio 2016

A GRANDE RICHIESTA: super anticiclone africano anche in inverno: non è solo colpa del vortice polare ma dell’ITCZ

Il monsone dell'Africa sud occidentale, la depressione del Sahel e l'ITCZ che sale di latitudine, così l'Africa ci entra in casa.

Il grande anticiclone africano in casa nostra per tutto l’anno? No, non arriveremo a tanto. Ogni qualvolta si risente parlare di "Sahel" sull’Italia, le precipitazioni tornano più generose di prima, come se siccità e abbondanza di piogge si alternassero in un ciclo climatico, dalle modalità non ancora del tutto chiare.

Potremmo chiamarla OM, oscillazione mediterranea per descrivere l’alternanza tra questi lunghi periodi asciutti, alternati a fasi piovose quasi di tipo monsonico.

Ci sono tanti motivi che stanno portando a questo, sui quali ci siamo soffermati più volte in passato. Il più importante naturalmente riconduce allo spostamento verso nord della cella di Hadley, processo innescato dall’innalzamento della linea di convergenza intertropicale (ITCZ) che i più attribuiscono al global warming in atto. 

Proprio una linea di convergenza intertropicale più alta del normale può determinare uno spostamento verso nord della cintura anticiclonica subtropicale posizionata sul nord Africa, che ci viene così’ a visitare in modo più continuo e stabile. Naturalmente se l’aria fresca se ne va ad ovest il processo ne viene esaltato.

Ma cosa spinge l’ITCZ a salire così tanto verso nord? Naturalmente la forza del Monsone dell’Africa sud occidentale, più spinge verso nord e più va ad interagire con la depressione del Sahel.

Il Sahel è una fascia di terra dell’Africa centrale che comprende diversi stati tra cui il Ciad, il Niger ed il Ciad. Negli anni 70 del secolo scorso, questa zona conobbe una siccità pesantissima che costrinse le popolazioni a migrazioni di massa. Questo perché il Monsone di Guinea non saliva a sufficienza. L’anticiclone africano non interessava di conseguenza l’Italia in modo tanto stringente.

Ultimamente invece le cose sono cambiate nel luglio del 2015 (mappa a fianco) ad esempio la spinta del Monsone ha fatto piovere sulla zona ma ha finito per penalizzare proprio il Mediterraneo centrale, coinvolto in maniera eccezionale dalla rimonta d’aria calda di matrice africana che non ha praticamente concesso break temporaleschi.

E’ evidente nel grafico qui a fianco l’anomalia positiva dell’ITCZ rispetto alla norma. La linea di convergenza intertropicale certamente in estate sale verso nord, ma mai in modo tanto spettacolare e repentino. I massimi si raggiungono nel mese di agosto per poi cominciare a declinare lentamente verso sud.

La notevole impennata di luglio è stata solo un campanello d’allarme; di fatto siamo arrivati in inverno con l’anticiclone ancora in casa e il concreto rischio di trascinarselo ancora per un po’, in verità nessuno sa per quanto. C’è anche lo zampino dell’Enso, nella fattispecie del Bambinello (il Nino) in questa performance? Certamente si.

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Autore : Alessio Grosso in condivisione con Paolo Bonino