00:00 9 Aprile 2013

SPECIALE: il National Geographic dà i numeri…anzi i gradi

Follie documentaristiche sul global warming.

Il documentario sul global warming del National Geographic si avventura in tutta una serie di pronostici sulle conseguenze drammatiche per ogni grado di aumento della temperatura. Vi faccio qualche esempio di quanto riportato…

UN GRADO: (ma non ci siamo già?) secondo il documentario gli uragani colpirebbero l’Atlantico meridionale, nell’ovest degli Stati Uniti gravi siccità ridurrebbero la disponibilità di cereali, il Texas diverrebbe un deserto. (Si trascura di riflettere sul fatto che in periodi molti più caldi vaste zone ora desertiche erano in realtà terre fertili).
Si porta come esempio la siccità presente ad intervalli nell’ovest del Nebraska, ma in tempi non sospetti, nel 29-30, durante la grande depressione, accadde molto di peggio. L’unico saggio sembra essere il mandriano che si augura, come già successo, che si tratti di cosa passeggera. Ma non c’è spazio per le rassicurazioni e subito ci fanno pensare ad una siccità peggiore 20 volte di quella degli anni 30.
Finalmente fanno dire una cosa saggia ad Hansen: ci preoccupa la rapidità del riscaldamento rispetto al passato, ma, aggiungo io, se guardiamo i dati degli ultimi 10 anni il progresso della temperatura verso l’alto non ha seguito coerentemente l’aumento del livello di CO2.
Ma non c’è tempo per riflettere, si passa all’analisi dell’impronta ecologica e, oltre al Cheese Burger, che superano come emissioni di CO2 quelle dei SUV, sapete bene chi finisce sul banco degli imputati? Le vacche naturalmente! O meglio il METANO prodotto dai bovini, con la fermentazione enterica.

DUE GRADI: accelererebbe tutto. Tralasciando il solito de profundis per gli orsi, gli insetti che seguono strane rotte migratorie, gli scarabei che attaccano le foreste di pini del nord America e le foreste che si impossessano della tundra, ecco lo scrittore che parla di un forte impatto sull’ecosistema marino, con rischio di scomparsa delle barriere coralline tropicali. Questo cambierebbe la chimica degli oceani con riflessi importanti sui cambiamenti climatici. Ed ecco la fusione dei ghiacciai, con città costiere inondate. Si fa credere che i ghiacci groenlandesi fondano giornalmente a velocità da record, quando invece non è affatto così.

TRE GRADI: ecco l’ecatombe, via il ghiaccio dall’artico, via la foresta amazzonica, via i ghiacciai sulle Alpi, estati bollenti nel Mediterraneo. Si porta come esempio l’eccezionale ondata del 2003, che con 3 gradi in più diverrà l’estate classica. Segue la conta dei morti presunti attribuiti al gran caldo di quella stagione. Da allora caldi del genere si sono avuti solo sporadicamente in Europa, è capitato ad esempio in Russia.
Giusto per aumentare il livello di drammaticità ecco Kathrina, quale testimonianza di un’aumentata attività degli uragani che in realtà non solo solo complessivamente diminuiti, ma non hanno più colpito gli States con quella intensità. Lo scrittore è sicuro che in un mondo più caldo ci saranno uragani di categoria 6, che naturalmente colpiranno nuovamente una New Orleans appena ricostruita con effetti inimagginabili. Vi basta? Macchè, c’è dell’altro.

QUATTRO GRADI: i più importanti fiumi del mondo sarebbero asciutti, non si contempla nemmeno che in realtà le precipitazioni potrebbero aumentare, nessun riferimento ad effetti di eventuali feedback, niente di niente. Solo caldo senza fine.

CINQUE GRADI e SEI GRADI: si continua con l’inondazione di New York, specie la parte bassa di Manhattan a causa di uragani di categoria 3. Si lancia un monito alle città costiere perchè costruiscano paratie costiere contro le inondazioni dovute al sollevamento delle acque.

La conclusione è sempre la stessa "dobbiamo arrestare la crescita delle emissioni in modo radicale entro il 2015". Segue un’indagine nelle case private per scoprire crimini contro il clima, i "consumi fantasma", la colpa infatti ricade sempre sui cittadini. Se tutti risparmiassero energia, concludono, potremmo risparmiare 17 centrali a carbone. Il documentario ha un sussulto nobile nel finale, e NON si conclude con il solito l’elenco dell’energie alternative, ma illustra progetti ambiziosi tra cui quello di creare un’esercito di specchi cosmici nello spazio per riflettere la radiazione solare. Un milione di specchi del diametro di circa 1 metro, possano abbassare la temperatura terrestre, ma l’impressione è che si tratti ancora di fantascienza.

Mentre sto per riporre il DVD scopro che vi sono segni di rinsavimento nelle battute conclusive, traspare ottimismo, quasi non ci credo: "la biosfera ha rimesso le cose a posto già una volta, nel Cretaceo, è l’epoca dei dinosauri, una fase di attività vulcanica estrema fa aumentare di sei volte la concentrazione di C02 in atmosfera, e la temperatura globale si alza", vediamo dove vogliono arrivare: "nel corso di milioni di anni la natura ripulisce l’atmosfera dalla C02, viene assorbito nei depositi naturale di carbonio, negli oceani e nelle piante e sepolto in profondità, nel corso di altri milioni di anni si fossilizza, miliardi di tonnellate di carbonio con tutto il loro potenziale energetico vengono sepolte, i depositi fossili sotterranei costituiscono fonti di carbone, qui termina l’incubo CO2 nel cretaceo, e comincia il nostro, è l’ultima beffa del riscaldamento globale, ora lo stesso carbonio viene immesso nuovamente nell’aria ogni volta che bruciamo combustibili fossili, e il pianeta si riscalda di nuovo in meno di un secolo". Ah ecco, la premessa era per introdurre il predicozzo finale sull’incapacità degli esseri viventi di adattarsi a questo cambiamento, sta andando tutto in malora gente è la sentenza inappellabile.

Ammesso e concesso che la nostra impronta ecologica sia esagerata, un uso meno sfrenato dei potenziali energetici che abbiamo a disposizione ci preserverebbe più facilmente dalle gravi malattie che ci affliggono, di cui nel documentario, colpevolmente NON viene fatta assolutamente menzione. Quanto al clima, la nostra posizione la conoscete da tempo, dunque è inutile che aggiunga altro, ma il taglio ipercatastrofista dato a questo documentario certamente non contribuirà a formare una coscienza ambientale.

Leggi la prima parte: https://www.meteolive.it/news/Striscia…la-meteo/41/SPECIALE-Il-National-Geographic-da-i-numeri–1-/36944/

 

Autore : Alessio Grosso