00:00 28 Luglio 2005

“Navi bloccate nella Manica causa ghiaccio!”: la piccola era glaciale in Europa

Fiumi ghiacciati, iceberg fin sulle coste francesi, popolazioni decimate dal freddo. Già molto prima di "The day after tomorrow" in Europa i ghiacci assediarono anche le grandi capitali.

In molti libri di storia, manuali di meteorologia e antichi dipinti si trovano illustrazioni e riferimenti ad inverni particolarmente lunghi e rigidi verificatisi in Europa appena alcuni secoli fa, all’incirca fra il 1400 e il 1850.

Questo breve periodo (un nulla se confrontato con le varie fasi geologiche e climatologiche terrestri) è stato impropriamente ribattezzato “Piccola era glaciale”.

Ma cosa accadde concretamente in Europa durante quegli anni?
Sfortunatamente non erano ancora sorte, se non in modo molto primordiale, delle stazioni di rilevamento meteo che potessero documentare scientificamente i fatti. Rileggendo però gli annali e le cronache del tempo è possibile ricostruire con una certa precisione alcuni episodi salienti.

1405-1406: uno dei più rigidi inverni di cui si ha memoria vide l’insediamento stabile dei ghiacci polari su Islanda e Groenlandia e anche buona parte di Scozia e Scandinavia.

1420-1421: fra dicembre e marzo la neve e il gelo assediano Parigi, congelando la Senna. I ghiacci ricoprono per intero il Mar Baltico, la Russia vive una tremenda carestia tanto che si annoverano alcuni atti di cannibalismo. I passi alpini sono completamente bloccati dal gelo.

1432-1433: 50 giorni di nevicate consecutivi sull’Inghilterra. Iceberg e lastroni di ghiaccio assediano massicciamente il Mare del Nord. I ghiacciai alpini si estendono fino alle valli.

1479-1480: 5 mesi di forte gelo inducono la popolazione europea a strane abitudini, come quella di vendere il vino e l’olio a blocchi tagliati con l’ascia.

1493: lo Stato della Chiesa, in veste del papa Alessandro VI invia una spedizione in Groenlandia per assicurarsi della salute dei fedeli locali. Gli esploratori non trovano nemmeno un superstite a causa dei rigori invernali.

1606-1607: congela il lago di Costanza (al confine tra Svizzera e Germania). I ghiacci alpini minacciano le abitazioni di Chamonix.

1705: sulla Scozia si registrano delle nevicate da gennaio a giugno.

1782-1783: durante un inverno freddissimo si pensa all’evacuazione dell’Islanda i cui abitanti, a causa degli stenti sono calati in 2 secoli da 75000 a 40000.

1789-1790: i principali fiumi europei sono ghiacciati. Impossibile attraversare la Manica a bordo di imbarcazioni a causa del ghiaccio. Ad Ostenda, in Belgio, alcuni tratti di mare antistanti il porto possono essere attraversati a bordo di carrozze.

1794-1795: in un inedito scontro le navi olandesi bloccate dai ghiacci in un canale vengono assalite e distrutte dalla cavalleria francese.

1828-1829: il gelo distrugge il 70% degli uliveti, dei vigneti e dei castagneti europei.

Natale 1880: i Parigini lo festeggiano con una grande fiaccolata sulla Senna ricoperta da 40 cm di ghiaccio.

Febbraio 1929: I grandi fiumi d’Europa sono nuovamente congelati. In Italia ghiaccia la laguna veneta, le città di pianura del Nord raggiungono i -20°, al centro Italia temperature minime comprese tra -5 e -10°.

Inverni del 1956, 1985 e 1986: episodi di grande freddo investono l’Europa e l’Italia. Nevica abbondantemente sul Nord e 30 cm di fiocchi freschi raggiungono anche città come Roma e Napoli.

Come mai tanto freddo sul Vecchio Continente?
Le ipotesi più accreditate sono la concomitanza della momentanea riduzione dell’attività solare (pochissime le famose macchie osservate in quegli anni) e una sequenza di forti eruzioni vulcaniche con immissione di ceneri nell’alta atmosfera.
Autore : Simone Maio