00:00 6 Luglio 2015

Il mal di montagna: ecco come evitarlo…

Come, quando e perchè ne veniamo colpiti.

Salite in funivia al Pordoi con grande entusiasmo ed infatti quando arrivate in cima avete addosso anche una grande euforia. Il panorama è eccezionale e voi vi sentirete come morsi dalla tarantola, muovendovi a destra e sinistra per osservare meglio il panorama e dimenticandovi a quale altezza siete giunti in pochi minuti.

Dopo qualche ora potreste però cominciare ad accusare i primi segni del mal di montagna: vertigini, mal di testa, nausea e se salite ancora può anche comparire il vomito, oppure diarrea o sanguinamento nasale.

E’ il segnale che ovviamente qualcosa non va: siete stati colti dal mal di montagna ed è assolutamente necessario che scendiate subito di quota. Non bevete alcool, potreste solo peggiorare la vostra situazione dopo un ingannevole fase di miglioramento.

Se fate escursioni al di sotto del 2500m difficilmente soffrirete di mal di montagna. I problemi nascono oltre tale quota, specialmente quando l’acclimatazione è scarsa o inesistente. Tutto dipende ovviamente da una minore disponibilità di ossigeno per la diminuzione della pressione a quote elevate.

I polmoni, per compensarla, aumentano il numero di atti respiratori; l’importante è dunque fare le cose con calma, muovetevi lentamente alle quote elevate, meglio ancora fermatevi alle quote intermedie delle funivie per acclimatarvi.

Con una buona acclimatazione potrete anche superare con facilità i 4000m ma l’allenamento richiede parecchie settimane. Il metodo migliore in caso di lunghe ed impegnative escursioni in alta montagna è di salire di circa 300-400m alla volta secondo la disponibilità di tempo, dormendo sempre un po’ più in basso rispetto al punto più alto che si è raggiunto.

Non trascurate il mal di montagna! L’edema polmonare ad alta quota e l’edema cerebrale sono le patologie più gravi in cui si può incorrere.

Sintomi estremi comprendono confusione, psicosi, allucinazioni, sintomi derivanti dall’edema polmonare (acqua nei polmoni) quali tosse persistente, e infine raptus, coma e morte. Il dexametasone può fornire un sollievo temporaneo per consentirci di tornare a valle e di curarci adeguatamente.

In tutto lo strato troposferico dell’atmosfera l’ossigeno, contrariamente a quanto si possa pensare, è presente nella stessa percentuale di quella al livello del mare. Con l’alta quota però si verifica una riduzione della pressione e di conseguenza della quantità di ossigeno per unità di volume. Ecco il motivo per il quale al nostro organismo arriva un apporto di ossigeno insufficiente.

Bere molta acqua aiuta nell’acclimatamento, per sostituire i fluidi persi attraverso la respirazione più pesante. È talvolta possibile controllare un lieve mal di montagna prendendo volontariamente dieci o dodici ampi e rapidi respiri ogni cinque minuti, ma il comportamento ideale da intraprendere nei confronti di persone colpite dal mal di montagna è la discesa o il trasporto a valle.

Autore : Alessio Grosso