00:00 21 Aprile 2015

Quello che molti NON sanno sui temporali…

Il bigino dei temporali.

PREMESSA
Utilissimi ai ripassi prima degli esami al Liceo o all’Università, i bigini hanno accompagnato i tempi più travagliati della nostra vita, quelli della scuola, con l’incubo ricorrente dell’interrogazione che ci perseguiterà almeno fino al giorno della pensione. Per il temporale abbiamo pensato di preparare una piccola scheda riassuntiva che non pretende di essere esaustiva, ma solo di fare un po’ d’ordine nella vasta didattica che accompagna tale fenomeno atmosferico.

SCHEDA
La CORRENTE a GETTO 
intensa favorisce i temporali. Il temporale influenzato dalla corrente a getto ha struttura inclinata, incudini pronunciate ed allungate: è molto pericoloso. I temporali prefrontali si verificano quando dell’aria fredda in quota anticipa l’arrivo del sistema frontale. Il calo pressorio collegato può favorire fenomeni intensi.

INDICI: esistono molti indici empirici per valutare il rischio di temporali: uno tra i più affidabili risulta essere l’indice di Whiting. Se tale indice raggiunge valori inferiori a 15 il rischio di temporale è praticamente nullo. Tra 26-30 le probabilità sono medie. Oltre i 40 c’è il rischio di un forte temporale.

WIND-SHEAR: la rotazione del vento alle varie quote (wind-shear) è molto importante per valutare la forza di un temporale. Se è positivo il vento si incrocia alle diverse quote e il rischio di temporali forti è alto. Se è negativo il vento assume un’unica direzione e i temporali saranno mediocri o del tutto assenti.

ASSE DEL TEMPORALE: i temporali ad asse obliquo, favoriti dalla corrente a getto, hanno il "gust front" cioè la linea di groppi o fronte delle raffiche (in altre parole la linea dei rovesci) molto vicina al nucleo del temporale. Se la linea dei rovesci e dunque delle discendenze invade quella delle ascendenze il temporale sarà modesto; infatti i contrasti saranno rapidamente attenuati (asse verticale).

MULTICELLULARE: si parla di temporali multicellulari quando si ha formazione di temporali che tendono a rigenerarsi fino a fondersi spesso in un unico sistema. Una linea temporalesca multicellulare che avanza perpendicolarmente al territorio prende anche il nome di "squall line" (o linea di bufera). Segnala il classico salto sinottico del vento. Il temporale è rapido, generalmente moderato, il vento ruota da SW a NW e dietro ad esso compaiono belle schiarite.

SUPERCELLA: il temporale a supercella si distinque per la rotazione che avviene nel canale delle ascendenze, si parla allora di "updraft rotante". Si parla anche di mesociclone, cioè di ciclone su media scala. Il temporale a supercella è dunque pericolosissimo; le discendenze possono rientrare nel cumulomembo originando una nube a muro (wall-cloud) da cui può staccarsi una nube tornadica (funnel-cloud). La supercella è un unico sistema temporalesco e si differenza dai sistemi convettivi a mesoscala che nascono dall’unione di diversi elementi temporaleschi.

GHIACCIAMENTO: un elemento interessante osservabile in una nube cumuliforme in crescita è il "ghiacciamento" che coincide nel passaggio da cumulus congestus a calvus: in quel momento il rischio di temporale si fa concreto.

FIBRILLAZIONE: curioso ed importante anche il fenomeno della "fibrillazione": piccoli ciuffi o brandelli di nubi si staccano dal cumulo. Il "lowering" o abbassamento del cumulo, indica la zona in cui vi è un intenso updraft; dall’abbassamento della base del cumulo si può formare una nube a muro con rischio di tornado.

NUBE A MURO: la nube a muro (wall-cloud) si forma giacchè le discendenze non dilagano al suolo a causa della rotazione indotta dalla supercella. Il classico scalino si forma giacchè vi è condensazione ad una quota più bassa rispetto alla base originaria del cumulonembo. La nube a muro compare solo nelle supercelle e può anche non ruotare.

NUBE A CODA: la nube a coda (o tail cloud) è parallela al terreno e si estende dall’area delle precipitazioni verso la nube a muro.

NUBE A MENSOLA
: la nube a mensola (o shelf cloud) è generalmente bassa, lunga, disposta ad arco, si colloca nel bordo avanzante del temporale che precede gli acquazzoni (gust front). Sono proprio gli acquazzoni a formarla sollevando aria umida. La shelf si allontana dall’area precipitativa anche se può diventare essa stessa sede di precipitazioni, a quel punto il temporale tende ad indebolirsi.

Autore : Alessio Grosso