00:00 2 Dicembre 2014

Modello americano: spicca depressione dell’Immacolata, poi affondo freddo?

L'ultima emissione del modello americano commentata quasi in tempo reale per voi.

Che il modello americano abbia in testa e fotografi una corrente a getto sufficientemente tesa da impedire almeno sino a metà dicembre il radicamento del freddo sul Continente, lo sanno anche i sassi e lo si vede peraltro nell’ultima emissione, tuttavia le occasioni per vivere momenti invernali non sembrebbero mancare.

Sappiate che una corrente a getto così tesa NON è MAI veritiera al 100%, così come ondate di freddo che sembrano epocali a 10 giorni di distanze, vanno sempre ridotte di portata di almeno il 50% rispetto all’intensità annunciata.

Infatti se osserviamo l’emissione ufficiale noteremo già variazioni rispetto alle emissioni precedenti: c’è aria freddina che verrà a farci visita già nel fine settimana dell’Immacolata con formazione di una depressioncina sull’alto Tirreno, in grado di rinnovare condizioni moderatamente perturbate tra nord e centro e favorire qualche nevicata a bassa quota sulle Alpi, in media 800-1000m e oltre i 1200-1300m sull’Appennino centro-settentrionale.

C’è poi una nuova accelerata del getto, ma solo parziale perchè una prima profondissima depressione artica proverà ad abbracciare con la sua saccatura anche l’Europa centrale e parte dell’Italia entro mercoledì 10.

La storpiatura imposta proprio dalla velocità del getto porterà una parte dell’aria fredda contenuta nella saccatura a deviare verso l’Italia, determinando la formazione di una depressione sulle regioni meridionali, in grado di arrecare ulteriori precipitazioni, un generale calo termico su tutto il Paese e la neve sull’Appennino centro-meridionale oltre gli 800-1000m.

Si tratta di due distinti segnali d’inverno, non eccezionali, ma sufficienti a far capire che la stagione sta avanzando. Certo, nel finale della corsa si torna a prevedere un getto sparato, ma come ribadito sopra, è come un disco rotto, quasi imposto dalla statistica, che vede proprio in questo periodo dell’anno e sino ai primi di gennaio una jet stream spesso in gran forma. In alcune annate, come ad esempio la seconda parte dell’inverno 2001-2002 la corrente da ovest spinse quasi senza soluzione di continuità sull’Europa centrale, peraltro senza coinvolgere in modo netto l’Italia: ne derivò una stagione alquanto mite, inversioni termiche a parte, non molto distante da quella dello scorso anno.

Dunque è normale che i modelli scommettano su una delle soluzioni più tipiche del semestre invernale, ma non per questo bisogna prenjdere come oro colato tutto quello che si vede…
Attendibilità della corsa? Attendiamo le controanalisi nel pomeriggio e leggete il "fantameteo".

Autore : Alessio Grosso