00:00 17 Ottobre 2011

L’inverno? Piuttosto freddo, a tratti nevoso

La tradizionale "previsione" per la stagione invernale che verrà.

Negli ultimi anni si è evidenziata una importante fragilità del vortice polare durante il periodo tardo autunnale e sino alla prima metà del gennaio, con precoci situazioni invernali anche per il nostro Paese, in seguito ad irruzioni fredde dai quadranti settentrionali o orientali. 

In assenza di strat-warming importanti invece, nella seconda parte dell’inverno il vortice polare ha ritrovato compattezza, almeno a tratti, proponendo periodi più stabili, spesso anticiclonici per il nostro Paese, a causa della forza del getto polare, che spingeva verso di noi indirettamente aree anticicloniche.

Disturbi alla compattezza del vortice ne hanno provocato split solo parziali, in grado di portare BREVI situazioni perturbate o fredde per lo più in Adriatico o al sud, ma anche su limitate aree del nord Italia, con gran parte della cerchia alpina tagliata però fuori dalle preziose precipitazioni nevose. La vera causa del ritiro dei ghiacciai, oltre al rialzo delle temperature, sta proprio nel mancato transito di corpose perturbazioni atlantiche in seno alle classiche ondulazioni del getto. Le depressioni infatti finiscono per formarsi troppo a sud, scaricando neve in Appennino e al massimo sui settori più occidentali o meridionali delle Alpi.

Anche l’inverno che ci apprestiamo a vivere sarà caratterizzato dalla Nina, che tuttavia non raggiungerà valori negativi importanti, risultando al massimo moderata e dunque solo in parte in grado di influenzare la circolazione generale. Tale influenza dovrebbe verificarsi peraltro solo nella seconda parte del periodo invernale, quando in combutta con la rinnovata attività solare, potrebbe favorire un ricompattamento del vortice polare.

Ecco perchè riteniamo che l’inverno possa seguire un trend già visto nel recente passato: un inizio di inverno precoce, già a fine novembre, con le prime avvezioni fredde e le prime nevicate a bassa quota, persino in pianura al nord, con formazione di un anticiclone scandinavo piuttosto forte, e una interazione in sede mediterranea tra depressioni sul basso Atlantico e aria fredda in arrivo dai quadranti orientali. Ecco dunque lo schema invernale nevoso di cui sopra e che dovrebbe accompagnarci, ad intervalli, sino ai primi giorni del 2012.

In seguito il cambio d’assetto, con il vortice polare compatto, il flusso zonale più teso e le alte pressioni più invadenti in sede mediterranea, confineranno probabilmente le irruzioni fredde in Adriatico, con modalità tutte da scoprire.

Una configurazione alternativa vedrebbe lo scandinavo scendere di latitudine sino al nord Italia, facendo scorrere il getto molto a nord, ma con rientri freddi da est al centro-sud. Sono ovviamente ipotesi, che pescano anche (direi soprattutto) nella statistica.

Cercare invece combinazioni difficili tra indici risulta un terno al lotto e, considerata la distanza temporale, assolutamente improponibili, anche perchè basta un elemento disturbo imprevisto per stravolgere una linea di tendenza.

Riassumendo: l’inverno potrebbe presentarsi complessivamente freddo, inizialmente anche nevoso al nord e su parte del centro, poi soprattutto su medio Adriatico e al sud. Al nord rimarrebbe comunque freddo con presenza di nebbie estese nella seconda parte di stagione. Risulterebbe dunque simile, ma più aspro, ma anche più generoso in termini di precipitazioni nevose, rispetto a quello appena trascorso.

Autore : Alessio Grosso