00:00 6 Dicembre 2015

Focus medio-lungo termine; cosa dobbiamo attenderci?

Le vorticità zonali rallentano ma le conseguenze sul Mediterraneo restano ancora incerte.

Non c’è molto da dire sulle condizioni atmosferiche che in questi giorni stanno interessando il nostro Paese; siamo infatti alle prese con un’importante rimonta d’alta pressione che interessa l’Italia ed il Mediterraneo ormai da molti giorni. La persistenza di tale situazione è senza dubbio favorita dalla straordinaria compattezza che caratterizza il Vortice Polare in questo periodo dell’anno, l’aria molto fredda resta infatti imprigionata alle elevate latitudini, tutt’attorno al Circolo Polare Artico concendendo soltanto poche sortite verso le medie latitudini.

Alle NOSTRE latitudini prevalgono quindi gli anticicloni. Nonostante tutto le nubi non mancano, gli addensamenti nuvolosi a tratti intensi interesseranno il nostro Paese sin verso martedì 8 dicembre, concentrandosi soprattutto sulle regioni centrali e settentrionali.

Un cambiamento a tale situazione è previsto nella seconda parte della settimana, quando lo spostamento dei massimi anticiclonici a nord delle Alpi, favorirà l’attivazione di una ventilazione settentrionale che dovrebbe ripulire il cielo dagli addensamenti nuvolosi a tratti molto intensi che ci hanno interessato questa settimana. A livello generale europeo sperimenteremo un’attenuazione del flusso zonale oceanico, marchio di fabbrica di un Vortice Polare che rallenterà la sua furia, potendo forse avviare le prime dinamiche meridiane entro la seconda decade dicembrina.

Proprio il rallentamento della tensione zonale è il quadro che emerge dalla previsione di ambo i centri di calcolo europeo ed americano, seppur con dinamiche differenti. Tutte e due le previsioni vedono questa evoluzione, accompagnata da un certo raffreddamento della temperatura in sede scandinava e nord-est europea.

Secondo il modello europeo, sul Mediterraneo continuerebbe a resistere l’alta pressione, seppur con un lento ma costante declino della sua struttura ed i confini dell’aria fredda nord-est europea sempre più vicini al nostro territorio; secondo il modello americano un fronte perturbato atlantico riuscirebbe a penetrare sul nostro Paese già entro la prima metà di dicembre, portando un cambiamento del tempo più sensibile su tutto il Paese e la prima neve sulle Alpi.

Seguite gli aggiornamenti. 

Autore : William Demasi