00:00 22 Dicembre 2015

E se andasse come nell’inverno 2012?

La forte corrente da ovest della prima decade di gennaio fu gradualmente sostituita da affondi di saccature sempre più marcati e dall'inserimento di aria fredda di origine artica continentale.

Per arrivare al grande freddo e alle nevicate storiche del febbraio 2012 si partì da un gennaio comandato in maniera netta dall’anticiclone, con il flusso zonale atlantico molto accelerato ed alto di latitudine.

Pochi credevano (anche noi eravamo tra gli scettici) che l’anticiclone russo, in collaborazione con quello delle Azzorre, di lì a poco sarebbe riuscito ad erigere un muro e a veicolare verso di noi il grande freddo, originando depressioni in grado di dispensare eccezionali nevicate su molte aree del centro-sud e di portare la neve anche a Roma.

Invece accadde, partendo da condizioni assai sfavorevoli e con il vortice polare comunque deciso a far riprendere nel più breve tempo possibile la regia delle operazioni all’Atlantico; così avvenne intorno a metà mese, ma intanto gran parte del Paese si congelò e la neve cadde anche sul centro-ovest della Valpadana ma non sulle Alpi centro-orientali e sulla pianura veneta e friulana che rimase all’asciutto.

Con quel freddo molti già ipotizzavano una nevicata da addolcimento orchestrata dall’Atlantico, invece anche in quella occasione le correnti successive all’irruzione fredda si orientarono in modo non favorevole a nevicate per il sud delle Alpi e subito dopo beffardamente l’anticiclone tornò a proteggere il Paese.
 
E se partendo da condizioni simili si arrivasse ad un altro febbraio 2012, magari anticipato? Difficile, ma certo non impossibile perché l’atmosfera non ubbidisce alle rigide leggi che vorrebbe applicargli l’uomo. Di certo con il procedere della stagione, il vortice polare non potrà sempre procedere spedito come ora, questo è un dato di fatto, il resto sono chiacchiere…
 

Autore : Alessio Grosso