00:00 19 Ottobre 2007

INDICI TELECONNETTIVI: evoluzione sempre favorevole ad un autunno dinamico e a tratti praticamente invernale

Ultimissime indici.

La formazione di un anticiclone russo-scandinavo inizialmente a cuore caldo e successivamente ibrido, cioè con tendenza a termicizzarsi con il passare delle settimane sul suo settore orientale, potrebbe essere la chiave di volta per comprendere cosa potrà accadere nelle prossime settimane e probabilmente anche oltre sul bacino del Mediterraneo.

Tale anticiclone è figlio di una circolazione atlantica piuttosto blanda confermata dall’indice AO che vede il Vortice Polare e di conseguenza la corrente a getto poco attiva e dunque soggetta a serpeggiamenti anche VISTOSI.

L’indice NAO, che sembra puntare decisamente a valori negativi accredita ancor più la presenza dell’anticiclone scandinavo e supporta l’ipotesi di una penetrazione delle saccature atlantiche alle basse latitudini, infilate tra Scilli e Cariddi, cioè tra i due anticicloni, quello azzorriano e quello scandinavo.
L’incernieramento, cioè l’isolamento del Mediterraneo centrale tra due anticicloni, potrà in effetti rompersi nel punto più debole che collega i due anticicloni, il ponte centrale, altrimenti detto ponte o cordone di Wejkoff: da questo tallone d’Achille entreranno le correnti umide e piovose in arrivo dall’Atlantico e per noi sarà una vera manna.

A tratti però a queste correnti si sostituiranno quelle fredde di matrice scandinava, o russa o addirittura siberiana e sarà inverno vero. Questa alternanza di correnti nel Mediterraneo potrebbe favorire anche nevicate importanti.

Ulteriori conferme in merito giungono dalla ITCZ, linea di convergenza intertropicale, prevista in ulteriore abbassamento, quindi non in grado di tener saldo quel cordone di cui sopra.

Qualcuno che ci ha scritto che anche nel dicembre del 2001 si formò l’anticiclone scandinavo ma che dopo le bufere giunte a tratti su Valpadana ed Adriatico, la porta atlantica non si aprì. La situazione allora però era “teleconnettivamente” diversa ed oltretutto la QBO, che ora ha raggiunto i valori record di -28.15 era addirittura quasi positiva.

Una simile QBO, può anche incidere anche nella formazione di Strat-Warming nella stratosfera polare.

L’attività solare continua inoltre a mantenersi modesta con pochissime macchie, mentre l’anomalia termica positiva della superficie oceanica nel nord Atlantico sta diventando meno importante, riducendosi a tratti a 2.4°C o al massimo a 2.9°C, stando anche ai rilevamenti delle boe.

L’episodio Nina sembra stabile su valori moderati. Dunque tutto lascia pensare, alla luce anche degli ultimi aggiornamenti modellistici ad una seconda fase d’autunno dinamica, piovosa, a tratti fredda e persino nevosa.

Questo trend potrebbe proseguire così fino a gennaio, per poi lasciar spazio a temperature più miti e condizioni più stabili? E’ quello che ci dicono le proiezioni stagionali americane ma è bene andarci cauti.
Autore : Alessio Grosso