00:00 4 Settembre 2009

Sulle “montagne russe”: creste e cavi d’onda

Cosa sono? Qual è la loro influenza sul tempo?

Osservando una carta del tempo riferita al suolo, possiamo normalmente osservare anticicloni e depressioni con una certa forma ed estensione; le isobare spesso sono chiuse su sé stesse, ed hanno un andamento estremamente irregolare.

Se invece spostiamo la nostra attenzione su una mappa in quota (in particolare su quelle riferite ai 300 hPa e 500 hPa), troveremo curve molto più regolari e quasi sempre aperte (o per meglio dire, non chiuse su sé stesse).

Tralasciando i motivi di questo andamento così diverso alle varie quote, concentriamoci sulle carte a 300 e 500 hPa, attraverso le quali possiamo acquisire molte informazioni: in particolare le curve che indicano i punti ad uguale altezza di geopotenziale (assimilabili alle più classiche isoipse) sono estremamente regolari, e spesso le vediamo tracciate con direzione prevalente da ovest verso est (perciò nel senso dei paralleli).

In alcuni casi però esse formano delle ondulazioni molto marcate nel senso dei meridiani (da nord a sud), grazie alle quali si generano “CRESTE” (o promontori) che puntano verso nord e “CAVI” (o saccature) che si dirigono verso sud.

Le creste individuano sempre zone in cui l’altezza di geopotenziale è più elevata rispetto ai dintorni, ossia aree in cui l’aria in quota è molto calda; al contrario i cavi individuano masse di aria fredda in quota.

Di conseguenza se studiando delle mappe vediamo che nelle ore successive alla nostra osservazione potrebbe arrivare sulle nostre teste un cavo d’onda, possiamo intuire che il tempo tenderà a peggiorare, divenendo più instabile; se invece sta arrivando una cresta ci sarà presto un miglioramento e la temperatura aumenterà.

E’ d’abitudine anche individuare il cosiddetto “ASSE DI SACCATURA”,
ossia la curva che (nell’ambito di un cavo d’onda) unisce tutti i punti nei quali le isoipse tendono a cambiare direzione più repentinamente; la sua utilità è notevole, visto che in corrispondenza di esso si possono individuare i fenomeni di instabilità più intensi, a causa dell’afflusso diretto di aria fredda al suo seguito.
Autore : Lorenzo Catania