00:00 5 Novembre 2012

Lo Stau ed il sottovento di oggi sulle regioni meridionali

In queste ore sta transitando al meridione la coda del sistema frontale che la scorsa notte era in piena azione al nord. Venti sud-occidentali a tutte le quote espongono i versanti tirrenici a tempo umido e nuvoloso, i versanti adriatici a venti di caduta con clima secco e temperature in impennata.

Dall’immagine sat di quest’oggi sulle regioni meridionali è evidentissima l’azione di sbarramento operata dal rilievo appenninico nei confronti dell’aria umida che sopraggiunge da sud-ovest. L’avvezione umida è accompagnata da valori di temperatura a 850hpa che ancora una volta sfiorano i +15.

Il quantitativo di umidità trasportato dalla massa d’aria è senz’altro notevole ma poco può fare contro la presenza mastodontica e massiccia dell’ultima propaggine di Appennino calabrese e campano. I monti della Sila in modo particolare sono in grado di arginare quasi completamente l’umidità che sopraggiunge dal mar Tirreno rendendo i cieli nuvolosi ed imbronciati lungo le coste tirreniche. Tutto questo in un contesto umido e non troppo caldo.

Una volta che le tese correnti sud-occidentali valicano il baluardo appenninico, l’aria umida di Libeccio scivola lungo il versante adriatico giungendo sulle coste di Puglia, Molise e Abruzzo come vento secco ed estremamente surriscaldato.

Questo processo, noto come "compressione adiabatica" determina un aumento della temperatura maggiore sul lato sottovento, il quale di riflesso porta una medesima massa d’aria a giungere sull’altro versante con una temperatura maggiore di quella originaria.

Il fenomeno prende nome di Favonio quando si manifesta come vento di caduta alpino, sulla val Padana. In questo caso il riscaldamento della temperatura può essere repentino ma limitato nel tempo. Il sopraggiungere del fenomeno favonico sulla val Padana presuppone infatti l’arrivo di masse d’aria fredda dalle latitudini nord europee che scavalcando il baluardo alpino tendono inizialmente a favonizzare portando un effimero riscaldamento delle temperature. 

In realtà una volta che l’effetto si interrompe la temperatura crolla e l’atmosfera tende a riempirsi di umidità rivelando la vera origine della massa d’aria.

Il medesimo fenomeno prende il nome di Garbino quando si manifesta lungo le coste dei versanti adriatici. In questo secondo caso tuttavia, l’origine già calda della massa d’aria in questione rende ancora più amplificata la sensazione di calore una volta che la massa d’aria impoverita di umidità e surriscaldata per compressione, giunge sui versanti adriatici.

Quest’oggi raggiunti ben 28 gradi di temperatura sulla città di Pescara, sotto un impetuoso vento da sud-ovest che scende dall’Appennino.

L’immagine satellitare potrebbe trarre in inganno. Osservandola in modo superficiale parrebbe infatti che la nuvolosità più intensa interessi soprattutto i versanti adriatici. In realtà l’addensamento bianco brillante è costituito da semplici cirri ad altissima quota, nubi sottili e molto fredde che il satellite bispettrale tende a risaltare molto di più rispetto alle insidiose nubi grigio scuro (più calde) che si ammassano lungo i versanti tirrenici.

L’addensamento di nubi cirriformi segue di pari passo lo spartiacque che divide il versante tirrenico da quello adriatico. Tutto questo non è casuale e tradisce la presenza di un peculiare fenomeno atmosferico definito "onda orografica". L’onda orografica si manifesta quando una forte corrente d’aria scavalca un crinale montuoso creando una zona di turbolenza locale. In prossimità del punto più elevato del crinale una massa d’aria già prossima alla saturazione viene sollevata quel poco che basta per portarla a completa saturazione condensando un addensamento nuvoloso che rimane strettamente dipendente dal rilievo che lo ha generato.
 

Autore : William Demasi