00:00 29 Gennaio 2007

Quanta neve sulle montagne romane!

Due reportages di MeteoLive.it sui luoghi maggiormente interessati dalle nevicate della scorsa settimana in provincia di Roma: Guadagnolo e Monte Livata.

VENERDI 26 GENNAIO: GUADAGNOLO – MONTI PRENESTINI

La salita inizia a Cave, 399 metri slm, alta valle del Sacco, dove il cielo è completamente grigio ma non piove; la temperatura è di poco superiore ai 5°C.

La ripida salita che porta a Rocca di Cave (poche centinaia di abitanti a 930 metri di altitudine) evidenzia un netto scarto termico tra i 700 e gli 800 metri, con la colonnina di mercurio che scende vertiginosamente, collocandosi sui +2°C. Qui la pioviggine incontrata intorno a quota 600 metri si sostituisce ad acqua-neve, fenomeno che ci portiamo fin sopra al paese. Intanto a terra notiamo tracce della nevicata del giorno precedente: 2-3cm che resistono nelle zone in ombra.

Lo svalicamento ed il conseguente passaggio dal versante sud-ovest al versante nord-est della Rocca fa registrare un importante calo termico nonostante si vada perdendo quota. Sugli 800 metri scarsi siamo a soli 0°C con neve fitta: conseguenze dell’effetto-conca in zone non esposte a soleggiamento. Non è un caso che ci sia manto bianco continuo al suolo con 5-10cm di neve fresca.

Ma dura poco: a Capranica Prenestina, 915 m. slm, rieccoci all’acqua-neve con scarsi +2°C e manto bianco in via di fusione. Effetti del microclima.

Saliamo verso Guadagnolo. La temperatura non accenna a diminuire. Rimaniamo fissi sul +2°C anche quando tocchiamo i 1.000 metri. Ed è sempre acqua-neve.

Poi guadagnamo il crinale, che ci apre il panorama ad ovest, verso l’Agro Romano. In questo frangente la temperatura torna a scendere, ma di poco (+1°C). In compenso, uno spessore compreso tra 10 e 15cm orna il tracciato stradale.

Alle “Prata” di Guadagnolo, poco sotto quota 1.100 metri, rovescio di graupel alternato ad acqua-neve! Ma per vedere la colonnina di mercurio toccare quota 0°C dobbiamo arrivare all’abitato, situato a 1.218 metri slm.

Nevica bene, nella piazzetta del paese, ed in mezzora accumula altri 2cm sui 15 già ampiamente assestati. In alcuni punti si misurano oltre 20cm. Poi la precipitazione cessa, arriva l’oscurità e il borgo viene avvolto da una fitta nebbia.

Noi, riordinati appunti e termometri, riprendiamo il cammino verso casa.

***

SABATO 27 GENNAIO: MONTE LIVATA – CAMPO DELL’OSSO (MONTI SIMBRUINI)

La giornata si presenta da subito limpida anche se piuttosto fredda.
Da Subiaco, la salita verso Monte Livata lascia chiaramente intuire il limite della quota-neve del giorno precedente, attestato intorno ai 700 metri.

A Livata i faggi ammantati di neve (circa 40cm) donano al paesaggio un elemento decorativo di indiscutibile valore estetico, rendendo il colpo d’occhio assolutamente… nordico!

La “Siusi” dell’Appennino Centrale non finisce mai di stupire, complici le piste di sci nordico perfettamente battute e rese subito fruibili, nonostante il lungo periodo di magra patito finora dall’inizio della stagione. Segno di una macchina organizzativa efficiente e ben attenta alle richieste del mercato.

Il nostro portage inizia a Campo del’Osso. Un sole splendente e una temperatura di poco superiore allo zero garantiscono condizioni di perfetta vivibilità dell’ambiente montano, complice anche la scarsa ventilazione. Il manto nevoso misura circa mezzo metro.

Ciaspole ai piedi, ci dirigiamo verso ENE, nel cuore della catena montuosa dei Monti Simbruini, inoltrandoci nei magnifici boschi dell’area protetta.

I giochi di luce e colore tra le fronde cariche di neve dei faggi, i raggi del sole filtranti e l’azzurro intenso del cielo esprimono in toto la vivacità di una giornata assolutamente esaltante dal punto di vista atmosferico.

A “Le Vedute” inebriante l’apertura dell’orizzonte verso est, con il panorama su Ernici e Alta Valle dell’Aniene che ne evidenzia l’innevamento fino al fondovalle di Vallepietra

Al valico misuriamo 60cm di neve fresca, abbondanti. Da lì saliamo verso il Monte Autore, 1855 metri slm. Un vento gelido, proveniente da NNE, inizia a sferzarci la faccia improvviso, come mettiamo il naso sull’opposto versante dell’altura. La colonnina di mercurio scende fino a toccare gli 0°C, ma è il valore percepito dal corpo a destare preoccupazione.

Con un vento a forza 5 in Scala Beaufort, sulla vetta riusciamo a rimanere solo 5 minuti, il tempo di registrare valori di windchill in picchiata, che raggiungono la doppia cifra: -10°C!

L’aria, estremamente tersa, ci permette di distinguere chiaramente Terminillo, Velino-Sirente e Monti del Marsicano, mentre, da molto più lontano, fanno capolino il Vettore, il Corno Grande e il Monte Amaro. Il Fucino è sotto uno spesso strato di nebbia congelantesi, come fosse un lago di nubi incastrato nell’Acrocoro Abruzzese.
Due scatti con la digitale, e poi via verso Le Vedute: le dita delle mani non resistono ad un simile stress termico!

Così ridiscendiamo immediatamente, il vento cessa di colpo, ma la temperatura, con il sole ormai avviato al tramonto, scende improvvisamente, attestandosi sui -4°C. Paradossalmente… avvertiamo caldo!

Con lo spettacolo del crepuscolo ad inventare colori soavi sul far della sera, la due-giorni di MeteoLive dedicata alla neve caduta sulle montagne della Capitale può dirsi concluso. Ce ne torniamo a casa con un bagaglio di emozioni, sensazioni ed esperienze sicuramente importanti.
Autore : Emanuele Latini