00:00 26 Luglio 2013

Quando un anticiclone diventa “cattivo”

Si tratta di una figura anticiclonica bloccata ai fianchi da due centri di bassa pressione. Il tutto causato da un blocco della circolazione generale dell'atmosfera e quindi delle correnti occidentali che normalmente scorrono alle medie latitudini.

E’ tutta questione di onde. Quali onde? Quelle atmosferiche naturalmente. Quando le nostre correnti occidentali, per varie cause, iniziano ad ondeggiare sempre più lungo i meridiani possono raggiungere un punto critico (calcolabile matematicamente) che segna un perfetto equilibrio tra le forze in gioco.

Ecco che le nostre onde rallentano, diventando quasi stazionarie e iniziano a disegnare sulle carte le tipiche figure di alta pressione di tipo bloccante. Ma cosa si blocca esattamente? Si bloccano le correnti occidentali che governano il tempo sinottico lungo l’emisfero.

Qualora si verifichi la suddetta situazione di equilibrio ecco apparire in mappa quella caratteristica figura che contempla un bel cuneo anticiclonico nel mezzo, tenuto sotto scacco da due centri depressionari sentinella ai fianchi. E’ la classica figura nota come "blocco ad omega". La situazione presenta caratteristiche di stazionarietà che implicano una persistente fenomenologia sui territori che rispettivamente vengono impegnati dall’una o dall’altra, rovescio della medaglia.

Così, laddove insiste l’azione nuvolosa appartenente alle circolazioni depressionarie, si possono verificare lunghi periodi di maltempo con piogge persistenti e, in determinate situazioni, anche occasionali circostanze alluvionali. Viceversa, persistenti siccità o temperature al di sopra delle medie stagionali rappresentano le caratteristiche meteorologiche predominanti laddove domina l’anticiclone, detto appunto a "omega", a causa della somiglianza con la lettera greca.

La situazione di blocco anticiclonico solitamente mostra una buona longevità a causa del continuo passaggio di energia tra le opposte figure bariche, le quali tendono a neccessitare di molto tempo per dissipare le loro forze. Tutto decàde qualora l’equilibrio energetico di questa circolazione venga meno a causa di un intervento esterno, come ad esempio, le alterazioni dei campi di vorticità da parte di una corrente a getto o la modifica dell’assetto del vortice polare in sede artica.

Autore : Luca Angelini