00:00 13 Dicembre 2004

Ma dove è finto l’inverno dicembrino?

Prima quindicina di dicembre più calda del normale in Italia, anomalia termica su Scandinavia meridionale ed Europa cento-occidentale, gran freddo nell'estremo nord: tutti gli ingredienti di un affascinante inizio di inverno nell'emisfero boreale.

Il tepore e la mitezza del clima di questi giorni -ovviamente definiti tali in relazione al periodo in corso, vale a dire alla prima e alla seconda decade di dicembre-, certo non si addicono al periodo pre-natalizio.

In passato talvolta siamo stati costretti a consumare il rito dello shopping natalizio con il cappotto e non di rado con i guanti, anche se poi magari abbiamo trascorso la Festività sotto una mitezza primaverile. In effetti, la neve in pianura a ridosso del Natale si è vista di rado, ma nel complesso la prima metà di dicembre ha spesso evidenziato una degna parentesi invernale, antipasto dell’inverno più vero e autentico dei mesi di gennaio e febbraio.

Quest’anno sembra invece contravvenire alla tradizione: finora dicembre ha recitato la parte del mese più caldo del normale, accostandosi alle performances dei precedenti ottobre e novembre, anch’essi cospicuamente rimpinguati di acuti termici al positivo, segno di un autunno prolungato e spesso sopra le righe. Ma stavolta a stupire non è tanto l’intensità dell’ondata tiepida (che pure ha fatto registrare i suoi records), quanto la longevità di un periodo nel complesso mite che si sta reiterando, seppure con un progressivo raffreddamento, da diverse settimane.

Prova ne è il fatto che, al contrario di come ogni degna tradizione vuole, le montagne appenniniche si presentino povere o addirittura prive di neve, mentre le Alpi stanno vivendo di rendita sull’evento nevoso di fine novembre che ha garantito sciabilità e paesaggi bianchi per il ponte dell’Immacola.

Le proiezioni a lungo termine ci fanno credere che qualcosa stia per cambiare e che forse qualcosa di interessante per la stagione invernale stia bollendo in pentola, però al momento occorre fare i conti insieme all’oste. E allora notiamo che, a parità di latitudine, il Mediterraneo risulta l’area geografica più mite dell’emisfero boreale, seconda soltanto alle coste pacifiche del Nord America.

La forte spinta del Vortice Polare ha finito per imprigionarvi il grosso del freddo boreale, impedendo vivaci scambi meridiani e rimescolamento delle masse d’aria, con conseguente accumulo di aria fredda nelle zone suddette e ristagno di condizioni autunnali in Europa.
Autore : Emanuele Latini