00:00 27 Novembre 2006

Ma che caldo fa per essere a fine novembre?

Tutta l'Europa bolle, disgelo in Scandinavia. Che ne sarà dell'inverno?

Vorrei sottoporre alla vostra attenzione alcune semplici considerazioni sulle cause di questo autunno così mite.
Qualcuno ha chiamato in causa il Nino che ha indubbiamente “ridistribuito” il calore oceanico (pensate solo alla drastica riduzione degli uragani nel Golfo del Messico).

SI PARLA di uno spostamento verso nord della cella di Hadley con conseguente invadenza nel Mediterraneo dell’anticiclone africano in modo sempre più netto.
SI PARLA della conseguenza dell’assottigliamento della calotta artica con minor pressione della massa fredda sulla fascia perturbata delle medie latitudini che dunque tenderebbe a risalire ulteriormente verso nord.

SI PARLA anche di riscaldamento globale che avrebbe forzato la mano alla depressione d’Islanda rinvigorendola ma nello stesso tempo velocizzato la corrente a getto.

Qui però emergono alcune OBIEZIONI: se la corrente a getto fosse stata tanto rapida non si sarebbero verificati affondi saccaturali così forti come invece vi sono stati nelle ultime settimane ad ovest del Continente.

SI PARLA della scarsa presenza di un serbatoio di aria fredda sulla Russia, la sua concentrazione avrebbe favorito il rafforzamento di anticicloni continentali, non tanto quelli pellicolari, presenti solo al suolo, ma i dinamici che tanto possono influire con i loro posizionamenti sul cammino delle masse d’aria.

Qualcuno dice: ma con un’insolazione così blanda come è possibile che le temperature risultino tanto miti?
Ancora una volta ribadiamo che l’insolazione c’entra poco nel determinare i valori termici ma è la massa d’aria dalla quale siamo stati raggiunti a determinare l’oscillazione diurna della temperatura e il costante afflusso di aria mite dal nord Africa non poteva certo favorire freddo e gelate.

Dobbiamo comunque pensare che queste oscillazioni ci sono sempre state e, anche se in meteorologia esiste talvota la regola del 2, cioè due anni ravvicinati che presentino le stesse caratteristiche climatiche, è assai più facile che ogni autunno faccia storia a sè. Qualcuno ritiene che esista la legge della compensazione e cioè che a un periodo troppo mite o troppo freddo o troppo piovoso, ne segua uno diametralmente opposto che sappia così compensare lo squilibrio, l’alterazione vissuta.

In effetti spesso quando l’inverno o l’estate cominciano troppo presto si vivono poi febbrai miti o agosti freschi ma la voglia matta che abbiamo di mettere le catene al tempo, costringendolo a comportarsi come un essere pensante dotato di raziocinio è quantomai pretenziosa e, concedetemelo, francamente inutile.
Autore : ALESSIO GROSSO