00:00 17 Marzo 2018

LUNGO TERMINE: la nuova perturbazione di domenica 25 e lunedì 26, NEVE a BASSA quota?

Facciamo il punto della situazione sul fronte perturbato che inizia ad essere individuato dai modelli nell'ultimo fine settimana di marzo

Quest’anno il mese di MARZO presenta caratteristiche più invernali che primaverili; se si esclude l’effimera rimonta di un campo d’alta pressione sull’Europa occidentale nel corso della prossima settimana, il tempo atmosferico previsto sino alla fine del mese continuerà a contemplare la presenza di un fronte polare posto a latitudine assai bassa. In tal modo l’Europa resterà estremamente vulnerabile agli attacchi delle perturbazioni in arrivo dall’oceano Atlantico ma anche del FREDDO trascinato alle nostre latitudini da una forte predisposizione della circolazione a presentare degli intensi scambi meridiani. 

E sarà proprio in un’ottica di tipo meridiano che si inserirà la circolazione prevista sul nostro Paese nel corso della prossima settimana; l’aria fredda almeno inizialmente conquisterà i settori centrali ed occidentali europei, in seguito, col rinforzo peraltro effimero di una figura altopressoria sull’Iberia, le masse d’aria FREDDE di origine artico-continentale riusciranno a conquistare il Mediterraneo ed il nostro Paese, gettandosi attraverso la porta della Bora. 

Per comprendere quali potrebbero essere i comportamenti della perturbazione prevista nel cuore della terza ed ultima decade marzolina (domenica 25, lunedì 26), bisogna inevitabilmente considerare l’entità del raffreddamento nei giorni precedenti a questo evento. 

La nuova perturbazione pilotata da un ramo della corrente a getto polare, approderebbe sull’Europa di gran carriera già entro sabato 24 marzo, contrapponendosi all’aria fredda affluita sul nostro Paese appena una manciata di ore prima. Il risultato? Una possibile (ma non ancora sicura) dinamica TARDIVA di addolcimento su alcune delle nostre regioni che potrebbero tornare a vedere la NEVE sino a BASSA QUOTA (settentrione). Ancora molta pioggia ma con neve a quote più elevate al centro ed al sud. 

Al momento questa ipotesi, seppur con differenze anche sostanziali tra uno e l’altro modello, viene confermata da più voci in capitolo e presenta già adesso una percentuale di successo non trascurabile. 

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Autore : William Demasi