00:00 15 Giugno 2004

L’estate dell’anno prima…

Che razza di stagione estiva vogliamo?

Cari italiani,
eterni scontenti, siete preoccupati per l’inizio balbettante della stagione estiva 2004?
Preferivate la torrida, riarsa stagione 2003?

Inutile negarlo, siamo un po’ disorientati, c’è chi avrebbe tanto gradito un’altra stagione estrema, più che altro per sadismo ed autolesionismo, chi tutto sommato è contento di dormire di notte e di sentire ogni tanto il rombo del tuono, chi sta per partire per le vacanze e vorrebbe il sole ma non il caldo eccessivo, chi invece è felicissimo e vorrebbe che l’estate fosse caratterizzata da molti episodi temporaleschi.

Ebbene si, siamo divisi, del resto non è una novità in un Paese che in fatto di concordia è rimasto al Medioevo, ciascuno trincerato nel suo castello, nella sua contrada a pensare ai fatti del proprio orticello e al proprio tornaconto personale.

C’è anche poco tempo per leggere e approfondire in questo mondo del lavoro che va a 200 all’ora. Pensate solo alla massaia che deve fare la spesa, andare a prendere il figlio all’oratorio estivo, portarlo a nuoto, preparare la cena, stirare e lavare, quanto possa essere interessata al meteo, e al figlioletto stesso non cambia la vita se fa caldo o se scoppia un temporale.

I mariti sono in ufficio con l’aria condizionata a 10°C, escono la sera e si infilano in macchina a 15°C, raggiungono le pareti domestiche e godono del pinguino. Il venerdì sera o il sabato mattina fuga al mare dalla nonna a portare il pargoletto e il caldo si sopporta, la stagione passa, arrivano le vacanze vere. Lì si vorrebbe il sole sempre, allora si impreca un po’, ma alla fine ci si accontenta e ci si ritrova a settembre.

Diciamo la verità: non tutti poi hanno le possibilità economiche di questa famiglia ideale. Ecco allora gli anziani che manco sanno cosa sia un condizionatore e resistono stoicamente passando le notti infuocate sui terrazzi a prendere il fresco che non c’è, ma non si lamentano, “da che mondo è mondo ha sempre fatto caldo d’estate e freddo d’inverno”, dice Marta, 84 anni, la mia vicina di casa.

Ecco infine le famiglie a basso reddito che al massimo vanno nella piscina comunale la domenica con i bambini e per il resto sperano in qualche temporale rinfrescante ma se non arriva amen, i problemi sono altri.

Cosa voglio dirvi? Che siamo dei gran viziati, che nella civiltà ipertecnologica e piena di lussi in cui siamo inseriti, possiamo permetterci di lamentarci del tempo, dimenticandoci della sofferenza di molti nostri concittadini, e parlo dei nostri, senza andare troppo lontano a scomodare il cosiddetto Terzo Mondo.

Prendiamo dunque l’estate come viene, senza troppi vezzi o lamentele…
Autore : Alessio Grosso