00:00 18 Ottobre 2007

GROSSO: “attenzione, questo vortice freddo potrebbe fare le bizze”

Tradizionale intervista settimanale con Alessio Grosso.

REDAZIONE: allora Grosso, prima vera zampata invernale dal nord Europa.
GROSSO: si, diciamo che tra la fine di agosto ed oggi questa è già la terza volta che si presenta una simile irruzione, questa è ovviamente la più intensa e soprattutto resta ancora da valutare con attenzione la sua traiettoria. Quando una trottola depressionaria è giudicata “danzante” dai modelli, cioè sfugge ad una collocazione previsa, ecco che le sorprese sono dietro l’angolo.

REDAZIONE: che tipo di sorprese?
GROSSO: beh, invece di porre il suo quartier generale in Adriatico e di sfilare poi gradualmente verso i Balcani, il vortice freddo potrebbe mettere radici addirittura spostando il suo centro d’azione nel Tirreno e finendo per diventare una vera mina vagante, anche in prospettiva di una penetrazione dell’Atlantico alle basse latitudini e di un aggancio con la depressione, pur ridotta ormai ai ranghi di goccia fredda.

REDAZIONE: quindi questa depressione potrebbe essere la chiave di volta per comprendere come terminerà il mese di ottobre?
GROSSO: assolutamente si. Innanzitutto prendiamo atto che, dopo un lungo trend di mesi caldi, finalmente abbiamo invertito la rotta. Certo anche l’anno scorso si verificò un’irruzione fredda sulle nostre regioni adriatiche alla fine di ottobre, questa arriva prima e non per prima e una simile evoluzione ha buone chances di ripresentarsi anche a novembre o dicembre, ancora più intensa. Certo non si sono ancora fatte vive le piogge autunnali classiche ma non è detto che presto non si possa essere accontentati.

REDAZIONE: veniamo al clima, qualcuno dice: tropo veloce il cambiamento climatico perchè sia naturale.
GROSSO: non è assolutamente vero, sono 30 anni che il clima dà segnali di un cambiamento, mica un giorno ma andare verso valori termici più caldi non significa che il clima sia malato, l’ho ripetuto ormai in mille salse. E’ assurdo poi affermare che un clima caldo porterà il Mediterraneo verso la desertificazione, è vero piuttosto il contrario. Un mare più caldo favorisce le precipitazioni, uno più freddo le inibirebbe, come dimostrano i carotaggi effettuati dagli scienziati in area artica. Si trova polvere nel ghiaccio in corrispondenza di periodi freddi, non di quelli caldi. Certo: la mancanza di ghiaccio nell’area artica potrebbe temporaneamente diminuire lo scarto termico tra le latitudini facendo transitare ancora più a nord le perturbazioni atlantiche, ma sarebbe semplicemente un passaggio temporaneo tra una fase climatica e l’altra, una sorta di altalena che da sempre caratterizza il clima della Terra, uomo o non uomo. Diventa anche monotono questo discorso, invece di strillare al ghiaccio che non c’è più, facciamo in modo di adattarci a questi cambiamenti e smettiamola di lamentarci. Facciamo decollare le energie integrate come quella solare, ridiscutiamo il nucleare, tuteliamo e proteggiamo i nostri tratti di costa, investiamo in sicurezza sul territorio prevenendo movimenti franosi e impedendo la costruzione di caseggiati in aree a rischio di dissesto idrogeologico, stabiliamo norme più severe per evitare di inquinare le aree nelle quali ci è stato concesso di vivere. E se proprio l’artico dovesse sciogliersi, bene, sfruttiamone con intelligenza le risorse in attesa che il ghiaccio si riprenda la sua terra, perchè state pur certi che lo farà, Gore o non Gore.
Autore : Redazione MeteoLive.it