00:00 19 Maggio 2009

Alta pressione: e adesso fino a quando ce la dovremo tenere in casa?

Alta pressione a oltranza o a scadenza? Analizziamo con l'ausilio dei nostri modelli alcune possibili ipotesi evolutive sul medio e lungo termine.

Alta pressione e basta. Amanti del sole e della stagione estiva è arrivato il vostro momento. La grande campana di bel tempo protesa con il suo naso nord-africano puntato all’insù e con la sua caratteristica forma un po’ inclinata proprio verso l’Italia farà al caso vostro.

La struttura anticiclonica ha mostrato di possedere una dinamica robusta ma un po’ pulsante. Proprio grazie a queste deboli pulsazioni l’aria riuscirà ancora a circolare, seppur in modo blando e aiutato in modo particolare dai contrasti ancora attivi grazie ad un mare fresco e ad un innevamento ancora ben presente su diverse zone montuose, non solo sulle Alpi ma anche lungo l’Appennino centrale.

Entrambi i fattori, unitamente al forte riscaldamento solare come immane fonte di energia, fanno convergere aria a ridosso dei pendii montani predisponendo l’atmosfera ad una temporanea instabilizzazione pomeridiana ad isolato epilogo temporalesco lungo le principali catene montuose.

Nel corso di mercoledì, una accelerata dell’avvitamento anticiclonico però riuscirà a bloccare anche queste iniziative soffocando sul nascere anche la cumulogenesi pomeridiana a tutto vantaggio di un gran sereno.

Il nostro anticiclone però abbiamo detto essere pulsante: ecco che giovedì, a seguito di una sua lieve contrazione, permetterà il parziale ingresso di aria un po’ più umida e instabile dall’Atlantico verso l’arco alpino, flusso che fomenterà qua e là alcuni temporali nel pomeriggio sui monti dell’alto Piemonte e della bassa valle d’Aosta; forse coinvolti marginalmente anche il comprensorio lombardo del Verbano e il varesotto. I fenomeni si organizzeranno in gruppi che poi viaggeranno da ovest verso est coinvolgendo a macchia di leopardo in serata i settori montuosi dalla valle d’Aosta al Friuli Venezia Giulia.

Sul resto del nord e dell’Italia nessuno si accorgerà di alcunchè, se non per l’arrivo di velature o stratificazioni senza seguito. Venerdì ancora una spinta dell’anticiclone con i fenomeni convettivi che rimarranno confinati lungo la cresta delle Alpi e sui versanti esteri.

Sabato ulteriore fiammata anticiclonica ma nel corso della giornata un successivo lieve cedimento in corrispondenza delle nostre regioni settentrionali permetterà il passaggio di qualche banco nuvoloso al nord, banco nuvoloso che risulterà un po’ più organizzato domenica ma con conseguenze comunque scarse e limitate a qualche acquazzone pomeridiano sulle Alpi, in modo particolare i settori centro-orientali. Nel frattempo però l’aria nord-africana si farà un po’ più umida causando un aumento della sensazione di afa sulle pianure e nelle zone interne lontane dal mare. Il cedimento pressorio di contro favorirà l’approssimarsi di una debole onda instabile alle quote superiori che, pur non apportando particolare fenomenologia, risulterà determinante per il tempo della prossima settimana.

Già da lunedì 25 infatti l’apparente indebolimento di una struttura depressionaria al largo delle coste portoghesi e il suo parziale ingresso verso le nostre regioni settentrionali, favorirà la rotazione dell’asse anticiclonico secondo i paralleli. La disfatta sacrificale di quella misera goccetta fredda che si stempererà nel corso del suo viaggio verso l’arco alpino, gioverà però al nostro clima italico. A partire da martedì 26 il pescaggio dell’aria che alimenta la struttura in quota non sarà più nord-africano ma azzorriano, quindi più mite e gradevole.

Certo l’estate anticipata non deporrà le armi per così poco, tuttavia il fatto che il sistema atmosfera riuscirà a reagire in qualche modo a blocchi deleteri come quello nord-africano è segnale che la storia dell’estate, quella vera, deve essere ancora scritta e che nulla significano i primi caldi di maggio sul prossimo andamento stagionale.
Autore : Luca Angelini