00:00 22 Agosto 2011

Caldo africano, è un momento nero per i ghiacciai alpini

In crisi soprattutto gli apparati alle quote poste fino a 3800 metri, ma lo scioglimento sta accelerando anche sopra i 4000.

 Tra i ghiacciai alpini la maggior parte si trova tra le Alpi Graie, Pennine, Lepontine e Retiche, ovvero lungo il comparto centro-occidentale della catena. Ebbene è proprio a ridosso di questi settori che maggiore risulta l’azione compressiva dell’alta pressione nord-africana.

Va da sè che lo zero termico posto a quote "stellari" sta mettendo in crisi gli apparati glaciali ma non solo li, anche altrove e, a dire il vero, un po’ ovunque. Lo scioglimento risulta più marcato e preoccupante fino a 3800 metri di quota. Anche lo spessore nevoso caduto a luglio durante il periodo instabile, circa 30 centimetri rimanenti, è stato annientato nel giro di pochi giorni.

Sul ghiacciaio di Presena e su quelli attorno allo Stelvio (nell’immagine sopra) la situazione è particolarmente pesante, con le lingue glaciali che arretrano di alcuni centimetri al giorno sotto i colpi del sole cocente. Qui le temperature a 3000 metri arrivano anche a 10-12 gradi durante il giorno e non scendono sotto lo zero neanche di notte.

Ghiacciai in affanno anche in Francia, Svizzera ed Austria, sottoposte alla medesima azione anticiclonica. E i paradisi dello sci estivo? Per ora solo le piste poste oltre i 3500 metri tra Zermatt e Cervinia, ovvero il ghiacciaio del Plateau Rosà (nell’immagine qui a fianco), riesce a contenere i danni ma solo grazie alle quote elevate del comprensorio. 

Autore : Luca Angelini