00:00 4 Ottobre 2006

Previsioni: quale regione fa più impazzire il meteorologo? Il CDR, coefficiente di difficoltà regionale

Vi sveliamo qualche segreto.

Sgombriamo subito il campo da un luogo comune: non è vero che esistono sull’Italia regioni “FACILI”, sulle quali fare previsioni del tempo sia una passeggiata.

Tutte le regioni hanno il loro coefficiente di difficoltà; certo vi sono zone in cui il gioco delle correnti può mandare all’aria anche la previsione che sembrava più attendibile ma anche le cosiddette regioni “ALLEATE”, dalle quali non ti aspetteresti tradimenti, sono pronte a rifilarti una bella coltellata ed è inutile sorprendersi come Cesare: “tu quoque, Brute, fili mi”.

Ci sono però aree geografiche di cui puoi fidarti più delle altre in certe situazioni: tre esempi su tutti, il Pontino e Frusinate per i temporali, l’Alta Valtellina per le nevicate con correnti da nord, la Sardegna per il Maestrale.

In generale però non esiste, dovete credermi, un’area dove si possa affermare con presunzione “qui non si sbaglia mai”.

Per semplicità ci siamo così inventati il CDR, il coefficiente di difficoltà regionale che va da 1 a 5, costruito non solo sulla sommatoria dei riscontri previsionali più o meno positivi, ma anche sull’impatto delle correnti con gli ostacoli orografici, la distanza o meno dal mare e tanti altri interessanti parametri.
Un coefficiente pari a 1 significa che la regione dà molte soddisfazioni in termini di previsioni, 3 non sempre 5 è un osso duro.

Analizziamo allora regione per regione il territorio:
VALLE D’AOSTA: abbastanza ubbidiente, con le correnti da ovest o da WSW prevedere nevicate in valle è piuttosto semplice, la difficoltà arriva con le depressioni sul ligure, che tendono ad escluderla, le correnti da NW sovente poi la tagliano in due. Regione scarsamente temporalesca e complessivamente non molto piovosa, anche se talora soggetta ad episodi alluvionali, il coefficiente per la Vallée è 2.

PIEMONTE: il vero tormentone degli ultimi anni. Si sa che con le correnti da ovest si bagnano un po’ le valli prima che arrivi il Foehn, si sa che con il SW la parte occidentale rimane in ombra pluviometrica, ma con il SE da che mondo è mondo dovrebbe piovere, invece talvolta anche le depressioni tradiscono e la previsione non trova riscontro nei fatti. Coefficiente 4

LOMBARDIA: regione mansueta, non abbiamo particolari problemi ad affrontarla. Coefficiente 1.

TRENTINO ALTO ADIGE: qui è soprattutto la zona di Bolzano, incastrata com’è nel fondovalle tra alte catene montuose, dove l’umidità da sud non filtra e spesso le correnti da nord arrivano già foehnizzate e dunque secche, per il resto regione alleata dei previsori. Coefficiente 1/2

VENETO: qui è più che altro un problema di quote neve ma per il resto non ci sono grossi problemi, se si eccettua qualche temporale che magari si rivela più forte di quanto preventivato. Anche le correnti da ovest talvolta fanno un po’ impazzire. Infatti qui tornano ad essere in parte umide e non sempre è facile dire pioverà o no. Coefficiente 1/2

FRIULI VG: regione che sorprende per l’intensità delle sue piogge, per il resto vale il discorso fatto per il Veneto. Difficile a volte prevedere il tempo su Carso, Goriziano, Triestino. Qui l’arco alpino più basso consente una penetrazione più netta dei sistemi frontali. Coefficiente 2

EMILIA-ROMAGNA: qui il problema si chiama Appennino: si diverte a prenderci in giro. Quando ti aspetti l’effetto foehn magari arrivano le precipitazioni. Spesso poi la distribuzione delle nevicate risulta irregolare. Anche per i temporali d’estate: ti aspetti che la rotazione a nord-ovest delle correnti possano farli formare rapidamente e invece non accade nulla, coefficiente 3.

LIGURIA: qui il gioco delle correnti difficilmente ci sorprende, semmai l’arrivo o meno di nevicate sulla costa può mettere in crisi, cosi come il fallimento di alcuni fronti, specie in primavera, quando il mare freddo invece che esaltare, smorza la fenomenologia. Se possiedi i fondamentali climatici della costa non puoi sbagliare, almeno sulla distribuzione delle masse d’aria. Coefficiente 2.

TOSCANA: regione che dà molta soddisfazione, anche se talvolta si sottostimano i fenomeni che derivano dalle correnti da ovest su alcuni settori regionali. Anche i sottili strati di aria fredda che tengono inizialmente bassa la quota neve nei casi di addolcimento possono sorprendere. Coefficiente 1/2.

SARDEGNA: regione ubbidiente al Maestrale, difficile per i temporali, più facile la zona dell’Ogliastra, più dura la Gallura, il Sulcis e l’Iglesiente. Coefficiente 2/3

LAZIO: per i temporali a Roma si sbaglia solo qualche volta, per lo sconfinamento delle nevicate dai versanti adriatici dell’Appennino gli errori sono più frequenti, molto difficili le quote neve sotto la fascia collinare, Roma spesso si trasforma in un vero incubo, sono mancati però negli ultimi anni i veri impatti gelidi dal Rodano che avrebbero di fatto semplificato la previsione, le nevicate di addolcimento che interessano la costa non sono frequenti e manca sempre quel grado meno, sui fronti piovosi errori solo per quantità di fenomeni o nell’approccio cronologico (ritardo o anticipo) coefficiente 3

UMBRIA: si sente trascurata dai previsori. In realtà per la sua posizione spesso la si identifica con il tempo appenninico, il settore orientale più soggetto alle bufere adriatiche, quello occidentale alle piogge tirreniche. In ogni caso sulla regione sorprende sempre una quota neve leggermente più bassa di quanto stimata anche per i microclimi locali, per il resto potremmo dire coefficiente 2/3.

MARCHE: l’entità delle avvezioni fredde, è questo l’errore più grosso che si fa per questa regione, estendendo magari la neve alle quote litoranee senza successo, si sottovalutano spesso anche i forti temporali che la colpiscono, ma complessivamente si individua abbastanza bene il tipo di correnti che giungeranno sulla zona e le loro conseguenze. Coefficiente 2

ABRUZZO: molto delicata e difficile la zona di L’Aquila, più facile la zona litoranea, talvolta errori di valutazione della neve tra Teramano e Cnietino. Sorprendono talvolta i valori termici più bassi del previsto. Coefficiente 2/3

MOLISE: regione abbastanza ubbidiente, la neve cade come previsto, più complessa la zona di Isernia e Boiano. Coefficiente 2

PUGLIA: se non fosse per il posizionamento irregolare di qualche minimo che sposta l’asse della neve più a sud o più a nord, se non fosse per qualche violento temporale multicellulare che talvolta sfugge ai “controlli” possiamo dire che è una delle regioni che danno le maggiori soddisfazioni anche perchè non si tratta di una regione facilmente “addomesticabile”. Coefficiente 1/2

CAMPANIA: abbastanza prevedibile la situazione sulla costa con i suoi nubifragi, più difficile prevedere l’esatta quota neve per la fascia interna e l’evoluzione con correnti da nord-est. Coefficiente 2/3

BASILICATA: per le nevicate tutto bene, ma stabilire quanto penetreranno le correnti umida da ovest, come e dove si svilupperanno i temporali estivi risulta spesso difficile. Coefficiente 3.

CALABRIA: abbastanza affidabile la previsione costiera, molto più problematica la previsione in montagna, dove microclima e particolari esposizioni alle correnti rendono difficile stabilire con certezza come, dove e quando colpiranno i fenomeni. Anche la quota neve spesso sorprende con quote o più basse o più alte di quelle stimate. Coefficiente 3.

SICILIA: anche qui il vero problema non è la fascia costiera ma quella interna, dove rispetto alle correnti spesso vengono previste piogge che poi non trovano riscontro. Da segnalare che anche la violenza dei temporali marittimi talvolta sorprende, buona invece la previsione con correnti da nord. Coefficiente 2/3.
Autore : Alessio Grosso