00:00 25 Gennaio 2013

1985 vs 2013, perché è andata in modo così diverso?

Due progetti simili ma due risultati diversi. Al momento del suo inizio, il forte riscaldamento occorso a inizio gennaio 2013 nella stratosfera polare ha offerto diverse analogie con quello che avvenne a fine dicembre del 1984 e che poi diede vita alla più famosa tra le ondate di gelo storico italiane. Poi però i due eventi hanno preso strade diverse.

  Per molti è stata l’ondata di gelo più severa che avessero mai vissuto, ancora oggi imbattuta. Nei primi 15 giorni di quel gennaio 1985 furono stracciati diversi record storici di temperatura in Italia, sia nelle grandi città (pensate che Firenze raggiunse i -23,5°C), che in pianura o nei fondovalle (basti ricordare i –28,5°C di San Pietro Capofiume, periferia di Bologna, oppure i –38°C della località Trepalle di Livigno in alta Valtellina). Da dove arrivava questo gelo e perché si protrasse così a lungo?

Lo start iniziale venne da un forte e rapido riscaldamento della stratosfera polare che si propagò poi verso il basso costringendo il Vortice Polare a muoversi verso le basse latitudini. Nel caso in esame il grande ciclone polare si divise in due “lobi”, l’uno andò verso il nord America e l’altro ricoprì il comparto europeo.

Ora, re-analizzando quanto avvenuto a inizio gennaio 2013, notiamo diverse similitudini. Come potete notare dai grafici riferiti a varie quote stratosferiche, il riscaldamento sui cieli polari a inizio gennaio 2013 è stato quasi sovrapponibile a quello occorso a fine dicembre del 1984. Analogo anche l’impatto sul Vortice Polare che, anche nel gennaio 2013, si è scisso in due “lobi” dei quali uno finito sul nord America e l’altro sull’Europa.

E allora perché il gelo non si è preso anche il Mediterraneo e l’Italia? I motivi vanno ricercati nella mancata performance dell’anticiclone delle Azzorre.

Particolarmente "ispirato", nel gennaio del 1985, riuscì a risalire lungo i meridiani atlantici fino a far breccia oltre il Circolo Polare Artico. In questa posizione fece da scivolo per il lobo europeo del vortice polare che ci piombò direttamente in casa senza troppi complimenti, con tutto il suo carico di gelo. La figura in alto, prelevata dall’archivio di Wetterzentrale, ci mostra la posizione delle pedine bariche al momento in cui l’episodio gelido stava andando a maturazione.

Particolarmente "indolente", nel gennaio del 2013, lo stesso anticiclone ha invece preferito più volte coricarsi verso il Mediterraneo piuttosto che erigersi verso nord. Il grande freddo è andato ad abbracciare il nord Europa e la regione balcanica. Di questo ha approfittato il lobo antagonista, quello canadese, che si è approfondito a dismisura portando il gelo, stavolta quello estremo, in casa degli Americani meteolive.leonardo.it/news/Ti-segnaliamo/49/Gelo-estremo-Guardate-dov-e-/40241/.

 

Autore : Luca Angelini