00:00 15 Settembre 2001

Il “minimo” sul mar Ligure si vedeva ad occhio nudo.

Ecco la cronaca del temporale che ieri pomeriggio si è abbattutto su Genova.

Dopo una mattinata con forte vento e qualche goccia di pioggia, verso le 14 il sole fa capolino tra le nubi; è la perturbazione che si allontana lasciando il cielo a tratti anche sereno. Sembra tutto passato, ma su Genova continua a spirare forte il libeccio e il mare è in condizioni proibitive.

Dal satellite Meteosat noto la formazione di cellule temporalesche sul Piemonte e dal movimento si capisce che avrebbero interessato a breve la Liguria.

Mi reco allora in corso Italia (una strada che costeggia il mare dalla quale si può ammmirare tutto cio che arriva di li) e mi accorgo che verso ponente le nubi hanno formato un autentico muro nero in direzione di Savona.

Il vento è talmente forte che si riesce a malapena a stare in piedi e il mare si infrange contro gli scogli provocando spruzzi di notevole altezza.

Dopo circa un quarto d’ora il muro nero di nubi avanza e sotto intravvedo i rovesci che fanno assumere al cielo un colore biancastro.

Dalla base di queste nubi comincio a scorgere dei fulmini, ma la lontananza non mi permette di sentire i tuoni.

Passano altri dieci minuti e tutta la parte ovest della città scompare alla mia vista, come inghiottita da un’impressionante muro d’acqua.

Temo il peggio, sapendo che quando i temporali si presentano in questo modo sono spesso rovinosi per la mia città.

Decido allora di rincasare sotto la pioggia che diventa grossa e pesante. Arrivato all’altezza di Marassi, la precipitazione è talmente intensa che si fatica ad andare avanti. Tutto dura pochi minuti e il temporale sfila verso nord lasciando tra l’altro molti quartieri all’asciutto.

Sembra tutto finito a parte il vento che ancora non vuole ruotare da nord. Ricomincia a piovere in maniera debole. Da una delle mie finestre si scorgono benissimo dei cumuli sul mare pronti ad invadere la città, ma qualcosa non quadra: osservo le nubi sopra la mia testa e noto che hanno direzione sud est-nord ovest; osservo quelle al largo e mi accorgo che hanno direzione opposta! Praticamente mi trovavo nell’occhio del ciclone; non c’era un filo di vento e la pioggia cadeva debole.

Ad un certo punto il vento ruota bruscamente da nord ovest e la natura comincia a dare spettacolo: giganteschi cumulonimbus mamma fanno precipitare la città nel buio e l’aria fredda comincia ad entrare con raffiche da nord ovest di notevole potenza. Sembra imminente la grandine, invece si scatena un fortissimo acquazzone con la pioggia quasi orrizzontale. Per un momento non si vede nulla, spariscono le colline e i palazzi. Il vento muove le piante come fossero fuscelli. La temperatura precipita da 20° a 12° in mezz’ora, sembra inverno.

Dopo circa un’ora, da ovest, avanza una schiarita, ma continua a piovere sotto sferzanti raffiche di tramontana. Esce ad un certo punto il sole e si forma uno splendido arcobaleno verso est, come per segalare ai genovesi che il peggio è passato.

Per tutta la serata il vento continua a soffiare intensamente, ma il cielo piano piano si rasserena.

E’ incredibile quello che può offrire la natura.
Autore : Paolo Bonino