00:00 24 Settembre 2010

Quali sono i segni premonitori di una frana?

Dissesto idrogeologico: i segnali.

 

I dissesti idrogeologici sono frane, colate detritiche, inondazioni, erosione superficiale, valanghe e subsidenza. Le frane sono influenzate da numerosi fattori quali la pressione dell’acqua sotterranea nei pori e la coesione dei materiali.

La pressione dell’acqua nel sottosuolo esercita un’azione di spinta verso l’alto riducendo le forze che si oppongono al movimento.

L’instabilità di un versante può essere determinata dal sovraccarico di rocce riportate per la costruzione di strade o a causa di una edificazione scriteriata.

Anche l’asportazione di materiale per produrre spiazzi può provocare instabilità.

Si possono distinguere: i CROLLI: improvvisa caduta di materiale roccioso su pareti ripide.

SCORRIMENTI O SCIVOLAMENTI: è la frana classica indotta da decine di fattori scatenanti. Ecco alcuni esempi: erosione fluviale, erosione glaciale, costruzione di cave, pressione dell’acqua di percolazione, esplosioni, traffico, oscillazione di alberi al vento, congelamento di acqua in fratture, disintegrazione fisica di rocce granulari per azione del gelo o per espansione termica.

SMOTTAMENTI: con il termine smottamento si definisce una frana di non grandi dimensioni che interessa materiale di ridotto spessore.

SEGNI PREMONITORI dei movimenti franosi Ci sono sempre segni premonitori importanti da non trascurare. Abbiamo fessure e crepe nel suolo, crepe anche nei muri di sostegno delle case e sulle sedi stradali. Spesso crolli e scivolamenti sono preceduti dalla caduta di sassi. Talvolta pochi minuti prima della frane si può udire un forte boato.

PREVENZIONE L’acqua è la causa principale dei franamenti e dunque vanno allontanate dalle aree franose le acque superficiali e sotterranee. Canalette e fossi sono dunque fondamentali per il deflusso delle acque superficiali; trincee, gallerie e tubi drenanti per quelle sotterranee. La riduzione delle forze agenti su una zona in equilibrio precario si può ottenere rimodellando il pendio franoso interponendo ad esempio dei ripiani, cioè con la gradonatura. Infine per proteggersi dai crolli è bene far precipitare i massi più instabili e costruire delle barriere parmassi. In caso i blocchi rocciosi non possano essere smossi si procederà alla loro stabilizzazione in calcestruzzo cementizio armato.

Autore : Geologa Sofia Fabbri