00:00 6 Marzo 2008

Come si legge una carta barica?

Quella che comunemente viene chiamata “Carta del tempo” come va interpretata? Che informazioni ci fornisce?

Una carta del tempo viene usata per riassumere in poco spazio molte informazioni utili all’interpretazione del tempo che fa, e di quello che farà nelle ore successive.

I parametri fondamentali che vengono evidenziati sono la pressione atmosferica e la direzione del vento.

Sappiamo bene che la pressione risulta massima al suolo e tende a calare con la quota, mentre il vento può assumere diverse direzioni ed intensità sia in luoghi diversi, sia sulla verticale di un certo luogo, ma ad altezze differenti.

Ciò impone ai meteorologi di redigere carte diverse a seconda della quota o della pressione di riferimento: ci sono mappe riferite al suolo, a poche migliaia di metri da terra o a livelli attorno ai 10 chilometri di altezza, oppure mappe riferite ai 500 hpa, ai 300 hpa e così via.

Le carte che con maggior frequenza vengono proposte al pubblico sono quelle riferite al suolo, e sono complete di isobare, fronti e spesso anche di vettori che indicano la direzione di provenienza dei venti.

Le isobare sono le linee immaginarie che uniscono tutti i punti che si trovano alla medesima pressione atmosferica, e sono molto utili per capire come sono distribuite le masse d’aria nell’atmosfera: attraverso di esse si possono definire i contorni degli anticicloni e delle depressioni.

Successivamente, grazie alle carte in quota, i meteorologi riescono a capire la natura di queste figure bariche (termica o dinamica).
I fronti poi sono linee immaginarie che separano 2 masse d’aria con caratteristiche differenti di temperatura e umidità: a seconda del tipo di correnti che essi introducono, vengono disegnati con colori diversi.

In particolare, il colore rosso indica un fronte caldo, ossia una linea che separa l’aria preesistente da una massa più calda in arrivo; il colore blu indica un fronte freddo e infine il colore viola indica un fronte occluso.

Quest’ultimo in pratica indica la parte più vecchia della perturbazione, dove l’aria fredda e quella calda si sono già rimescolate fra di loro, quindi non porta ad una variazione notevole delle temperature, bensì ad un cambiamento di direzione delle correnti e a fenomeni generalmente più blandi che negli altri settori del sistema.

Possiamo anche trovare delle relazioni fra fronti e isobare su una carta del tempo: ad esempio vedremo che quasi sempre un fronte occluso attraversa delle isobare che si chiudono su se stesse.

Spesso per gli altri tipi di fronte vale il viceversa, ossia le isobare che li incontrano tendono ad “aprirsi”.

Se sulla carta non è indicata la direzione e l’intensità del vento possiamo arrangiarci osservando la direzione delle isobare: innanzitutto, bisogna tenere di conto che le correnti ruotano in senso orario attorno agli anticicloni tendendo ad “uscirne”, mentre vale il contrario per le depressioni, dove convergono ruotando in senso antiorario.

Un’altra regola utile è la seguente: più le isobare sono strette, più il vento tenderà a seguirne la direzione e sarà intenso; invece, se le isobare si presentano larghe ed irregolari, le correnti tenderanno a prendere direzioni diverse.

Quindi, nell’esempio in figura, possiamo dirci quasi certi che sull’Irlanda e l’Inghilterra meridionale il vento proviene da N-NW, è piuttosto intenso e freddo, mentre sull’Italia possiamo soltanto accennare al fatto che il vento è settentrionale e di intensità debole o moderata.

Perciò con queste poche regole, possiamo ricavare alcune informazioni fondamentali (magari non molto dettagliate) sul tempo che farà.
Autore : Lorenzo Catania