00:00 27 Novembre 2009

Che cos’è il “blocking”?

E' una particolare configurazione barica, che vede una figura di alta pressione "ergersi" verso nord, creando un vero e proprio muro contro il quale le perturbazioni atlantiche non possono fare niente.

Quando si desidera descrivere la configurazione barica a larga scala, prendendo in considerazione ad esempio il continente europeo e l’Oceano Atlantico, si possono utilizzare vari modi e tanti termini più o meno tecnici per farlo: fra tutte queste possibilità, c’è la convenzione di distinguere se la situazione in atto è comandata da un flusso zonale più o meno accentuato, o da una situazione di “blocco anticiclonico”.

Queste sono due configurazioni tipiche delle medie latitudini, e descrivono piuttosto esaurientemente lo scambio termico che avviene fra il Polo ed i Tropici.

Il FLUSSO ZONALE si presenta quando una intensa corrente a getto (quindi si parla di venti alle alte quote) scorre prevalentemente lungo i paralleli, limitando gli scambi di masse d’aria a temperature differenti fra latitudini settentrionali e meridionali: di conseguenza si forma un lungo sistema frontale, leggermente ondulato, disteso da ovest verso est e pilotato da venti occidentali che anche al suolo possono risultare molto intensi.

Una situazione del genere è tipica della stagione autunnale, e sull’Europa è generata da una depressione d’Islanda in gran forma; in questo caso sull’Italia si possono avere due tipi di tempo: molto mite e leggermente variabile, a causa del fatto che l’anticiclone subtropicale si “gonfia” verso nord, sotto la spinta della corrente a getto (che si trova a scorrere fra la Francia e la Germania) oppure se questo “nastro” alle alte quote si abbassa di latitudine, ci può essere vento molto forte con episodi piovosi di moderata intensità alternati ad ampie schiarite.

Quando non si presenta il flusso zonale o un minimo accenno ad esso, ci può essere una situazione di blocco anticiclonico, che in alcuni casi può degenerare in un vero e proprio “BLOCKING”: in questo caso le figure bariche si sviluppano prevalentemente lungo i meridiani, dando vita ad anticicloni dinamici poderosi e duraturi, ed a depressioni molto tenaci, estremamente stabili nella loro posizione.

Le caratteristiche che per convenzione individuano una situazione di blocking vera e propria sono riferite alla quota di 500 hPa (5-6 km di altezza) e si possono individuare nel seguente modo:

– ad ovest della configurazione considerata ci deve essere un flusso zonale, e quindi venti che prevalentemente scorrono da ovest verso est; alle alte quote queste correnti devono poi dividersi quasi improvvisamente in 2 rami distinti: uno che tende a scorrere verso nord, ed un altro che si spinge verso sud o continua ad andare verso est.

– Ogni ramo definito precedentemente deve trasportare una massa d’aria apprezzabile; questo significa che i due rami della corrente a getto creatisi dopo la suddivisione (vedi punto precedente), devono scorrere con velocità simili.

– Il sistema di figure bariche definibili nella situazione descritta (ossia l’insieme degli anticicloni e delle depressioni in quota che appartengono ad una configurazione dove i venti sono prevalentemente meridionali), deve estendersi per almeno 35 gradi di latitudine.

-Il tempo di durata nello stesso scenario geografico della configurazione descritta deve essere ALMENO di 5 giorni.

Una volta che sono verificate queste condizioni si può dire che su una certa zona è in atto un “blocking”.
Queste configurazioni possono addirittura prendere nomi diversi a seconda della posizione delle figure bariche (o equivalentemente a seconda di come si suddividono le correnti d’alta quota): si può infatti avere un blocking semplice, a dipolo, o ad omega.

Ma perché si possono sviluppare configurazioni del genere? Per due motivi essenzialmente:

– Motivi termici: dopo aver dominato a lungo su tutto l’Emisfero, il Vortice Polare in pochi giorni si indebolisce vistosamente, permettendo a masse d’aria stabile e calda subtropicale (e quindi ad anticicloni dinamici) di risalire verso il Polo, e di contro consentendo a masse d’aria gelide di scendere verso i Tropici.

– Motivi orografici: la spiegazione di questo fenomeno è molto complessa, tuttavia si può dire che in tal caso a seconda della velocità delle correnti ad alta quota e della loro direzione d’impatto su una catena montuosa, i rilievi sono in grado di “distorcere” il flusso zonale, cominciando a farlo ondeggiare (talvolta debolmente, altre volte molto vistosamente) generando anticicloni che in condizioni estremamente particolari e favorevoli possono svilupparsi fin quasi a latitudini artiche.
Nel caso specifico dei blocking sull’Atlantico orientale e sull’Europa la responsabilità di fenomeni così persistenti è da imputare alle Montagne Rocciose, quella catena montuosa che si sviluppa da nord verso sud sull’America settentrionale.

Tutte quelle descritte sono peculiarità delle configurazioni bariche che si presentano molto più spesso di quanto si pensi, con preferenze per le zone dell’Atlantico orientale o per il Pacifico centrale: ad esempio, una situazione di blocking molto tenace è stata quella che ha portato al gelido fine gennaio del 2005.

In generale non si hanno fenomeni così vistosi, ma si possono sviluppare dei contrasti a larga scala che perdurano poi nel tempo, fino a 20-25 giorni.
Autore : Lorenzo Catania