00:00 5 Dicembre 2018

Pazzie meteo italiane: quando il barometro sentenzia “brutto stabile”…

Come mai a volte la lancetta segna PIOGGIA e poi non piove? E come mai alte volte si orienta su BEL TEMPO mentre la nostra zona è interessata da pioggia battente?

Chi non ha un barometro nella propria abitazione? Sicuramente molte persone lo possiedono e si affidano agli spostamenti della lancetta per stabilire il tempo che farà. Il barometro comune, ovvero quello a lancetta, viene definito aneroide; oggi la tecnologia ha però soppiantato questo strumento con barometri elettonici a corredo delle stazioni meteorologiche.

Nel barometro aneroide, l’aumento o la diminuzione della pressione atmosferica viene rilevato al suo interno da una serie di cerchi concentrici metallici, che subiscono dilatazioni o compressioni. Il materiale metallico è collegato ad una molla, che a sua volta è collegata alla lancetta visibile sul quadrante. Un aumento della pressione determina una contrazione degli elementi al suo interno. Questa viene trasmessa alla molla, il cui movimento tenderà a spostare la lancetta in direzione della scritta "bel tempo". Naturalmente quando la pressione diminuisce succede l’esatto contrario e la lancetta si porterà in direzione della scritta “pioggia”.

L’osservatore profano, quindi, individua la tendenza del tempo allineando la lancetta interna con una esterna facilmente manovrabile: se la pressione sale, il tempo tende al bello, se scende al brutto.

In meteorologia, tuttavia, nulla è scontato e l’affermazione bassa pressione – brutto tempo e alta pressione – bel tempo non sempre viene rispettata. Può capitare che la pressione sia molto bassa, ma il cielo risulti quasi sereno. Altre volte la pioggia può scendere copiosa sulla nostra zona nonostante la pressione sia piuttosto alta. Come mai succede ciò?

Se la nostra zona si trova in vicinanza di catene montuose molto elevate, come le Alpi, in occasione di correnti aeree piuttosto intense, vi possono essere differenze anche considerevoli della pressione atmosferica tra gli opposti versanti.

Analizzando il caso dell’arco alpino, è ben evidente che i contrafforti montuosi sono disposti ortogonalmente ai flussi meridiani delle correnti. Se le correnti dominanti sono settentrionali, sui settori sopravvento, ovvero a nord delle Alpi, vi sarà un accumulo di massa d’aria che induce la pressione atmosferica all’aumento. Viceversa, sul lato sottovento, non essendoci l’azione di impatto dei venti sui contrafforti montuosi, vi sarà una sorta di “deficit” di massa d’aria, che si ripercuote sulla pressione, facendola addirittura crollare.

In questo caso un abitante di Milano o di Torino vedrà la lancetta del suo barometro dirigersi pericolosamente in basso, fino quasi a sfiorare la parola tempesta, ma l’azione di schermo offerta dall’arco alpino nei confronti delle correnti settentrionali garantirà sulla zona tempo buono, a discapito di quello che sostiene in barometro.

Il divario pressorio presente tra il sud e il nord delle Alpi indurrà l’entrata del vento di caduta (Favonio), con repentini aumenti termici. Questo vento, di conseguenza, servirà a riempire il deficit di massa d’aria presente al sud delle Alpi. Dopo alcune ore di Favonio, difatti, la pressione torna lentamente a salire.

Nel caso di correnti meridionali succede l’esatto contrario: l’accumulo di massa d’aria, questa volta, risulta essere manifesto a sud delle Alpi, dove si registra un lieve aumento della pressione. L’effetto di ammassamento delle correnti meridionali, però, provocherà anche piogge intense e temporali sui nostri versanti. In questo caso, quindi, un aumento di pressione non è sinonimo di ritorno del bel tempo, ma di un’ulteriore accentuazione di questo effetto, con probabili piogge persistenti.

Solo dove non sono presenti catene montuose elevate il barometro acquista valore di buon previsore del tempo. In queste zone, difatti, l’aumento o la diminuzione della pressione è imputabile solo ed esclusivamente al transito di aree di bassa e di alta pressione, con condizioni meteorologiche conseguenti.

Autore : Paolo Bonino