00:00 15 Dicembre 2010

Metano: flagello invisibile…

I rischi di un aumento delle concentrazioni di questo gas.

Sappiamo che una sterminata quantità di metano è racchiusa sotto forma di idrati nella tundra e nel fango delle piattaforme continentali. Questi idrati sono ghiacci di metano, i fanghi marini possono contenere sino 10.000 miliardi di tonnellate di metano.

Se l’effetto serra riscaldasse gli oceani e scongelasse i terreni perennemente ghiacciati al ritmo indicato dagli ambientalisti entro pochi anni il quantitativo di metano aumenterebbe dal 66 per cento al 133 per cento.

Dunque si scalda l’atmosfera e si libera metano, si libera metano e si scalda l’atmosfera.

Perchè? Perchè l’anidride carbonica di per sè è un gas poco efficace nel’intercettare il calore, una molecola di metano ne trattiene 30 volte di più e i cluorofluorocarburi addirittura ventimila volte di più. Il punto è che la concentrazione del metano e dei CFC è notevolmente più bassa a quella dell’anidride.

In ogni caso però, ci dicono, il contributo di metano da paludi, risaie, biomasse, fermentazione del concime e idrati di metano sta crescendo…(1,80 parti per milione contro 390 dell’anidride) 
Dovremmo dunque preoccuparci ulteriormente?
No, o meglio, non più di quanto lo siamo già ora.

Perchè si è scoperto che la liberazione del metano su un terreno asciutto si dimezza rispetto a quanto avviene su un terreno bagnato, ma nessun giornale riporterà mai questo fondamentale passaggio, semplicemente perchè si tratta di un particolare TROPPO RASSICURANTE…

Il metano è certamente un formidabile gas serra ma affermare che la sua concentrazione in atmosfera possa aumentare indefinitamente senza almeno ipotizzare un meccanismo compensantivo in grado di arrestarne la diffusione nell’aria diventa un esempio di cattiva informazione che finisce per spaventare la popolazione.
 

Autore : Alessio Grosso