00:00 19 Settembre 2003

Metano e anidride carbonica: flagelli invisibili?

Una rapida sintesi per capire cosa potrebbe succedere nei prossimi anni

Nel corso della storia della terra, grandi quantitativi di anidride carbonica sono stati eruttati dai vulcani.

Quasi tutta quest’anidride carbonica si è trasformata chimicamente in carbonato di calcio, carbonato di magnesio e materia organica.
Quasi tutto questo è finito, sedimentato e sepolto, nelle profondità marine: in fondo ai mari c’è circa centomila volte più anidride carbonica che nell’intera estensione dell’atmosfera.

Se noi effettuiamo delle trivellazioni in un giacimento petrolifero, attingiamo a un vasto serbatoio di quello che una volta era materia organica. Noi lo portiamo alla luce, e quando bruciamo questo petrolio liberiamo il suo carbonio nell’atmosfera sotto forma di anidride carbonica.

Ciò non è inquinamento nel senso comune del termine, il MONOSSIDO di carbonio è “inquinamento”, un sottoprodotto non necessario.
Un motore a combustione pulita ne rilascia meno.

Nel corso di circa cento anni, i nostri motori e i nostri fuochi hanno liberato una quantità sostanziale dell’anidride carbonica che si è depositata nel tempo.

E come se qualcuno si tenesse a stecchetto e mettesse da parte soldi per un’intera vita e poi scialacquasse tutti i suoi risparmi in una sola fantastica orgia che durasse una settimana.

Un certo tasso di anidride carbonica nell’atmosfera c’è sempre stato, almeno fin dall’inizio della vita, e ha sempre catturato un certo quantitativo di luce solare tale da riscaldare la terra. Se non ci fosse stata affatto anidride carbonica, il nostro mondo assomiglierebbe a Marte: sarebbe probabilmente freddissimo e privo di vita. Il problema è la quantità.

Su Venere l’anidride carbonica è pari al 97%. Di conseguenza essa trattiene la radiazione ultraviolette in un modo cento volte più efficace di quanto non faccia l’atmosfera, e mantiene il pianeta a una temperatura da forno di 400 gradi più elevata di quella terrestre.
Sappiamo che l’atmosfera della nostra terra si compone principalmente di azoto e di ossigeno: normalmente c’è soltanto uno 0,35% di anidride carbonica, poco più di una traccia.

Le preoccupazioni sono per una sua crescita allo 0,55% spaventa a sufficienza.
Il mondo consumerà più carbone e questa è una cattiva notizia poiché il carbone immette nell’atmosfera più anidride carbonica di qualsiasi altra forma di energia. Quello di bruciare combustibili fossili non è l’unico modo che gli esseri umani hanno escogitato per accrescere il tasso di anidride carbonica nell’atmosfera.

Anche l’incendio di una foresta immette nell’aria nubi di carbonio. La densa foreasta pluviale contiene un quantitativo di carbonio per acro (0,4 ettari) da tre a cinque volte maggiore di un bosco aperto, non pluviale. Se abbattuta inoltre, si rivela terreno povero, trasformandosi in deserto o terra da pascolo.

Dove c’è terra da pascolo ci sono le mucche, che nei loro intestini hanno un mucchio di batteri che disgregano la cellulosa ruminata dalle vacche.

Ecco perché possono mangiare l’erba, e i microbi che digeriscono la cellulosa evacuano metano.

E il metano, rilascia anch’esso anidride carbonica quando viene bruciato, ed è venti volte più efficace dell’anidride nel trattenere le radiazioni solari e riscaldare il pianeta.

Anche se la maggior parte del metano nell’atmosfera proviene da fonti apparentemente naturali, l’uomo ha sfruttato al massimo il bestiame arrivando a far produrre a maiali, mucche, capre, circa 73 milioni di tonnellate di metano ogni anno.
L’uomo ha anche aumentato il numero delle termiti, in modo ancora più drammatico. Le termiti ospitano nei loro intestini gli stessi batteri che alloggiano nelle vacche, ed è per questo che possono digerire il legno. E quando noi abbattiamo una foresta pluviale, dappertutto c’è legno morto: cibo in abbondanza. (il legno contiene al 50% carbone). Le termiti possono evacuare quantitativi fenomenali di metano: un solo termitaio può buttarne fuori cinque litri al minuto.
Benchè le voci sulle termiti siano discordi, tutti concordano su quelle delle risaie. Il fango privo di ossigeno sul fondo degli acquitrini ha sempre ospitato i batteri produttori di metano (gas delle paludi).

Ma le risaie sono ancora più efficienti: le stesse pianticelle di riso agiscono quasi da cannucce, emanando la bella cifra di 115 milioni di tonnellate di questo gas all’aanno. E poi ci sono i depositi di rifiuti.. Il 30% di un deposito di rifiuti tipico, è putrescibile, e marcendo, crea del metano.
Inoltre, una sterminata quantità di metano è racchiusa sotto forma di idrati nella tundra e nel fango delle piattaforme continentali. Questi idrati sono in sostanza ghiacci di metano. I fanghi marini da soli possono contenere 10.000 miliardi di tonnellate di metano. Se l’effetto serra sta cominciando a riscaldare gli oceani, se sta cominciando a scongelare i terreni ghiacciati tutto l’anno, allora è possibile che questi ghiacci si stiano fondendo. Si scalda l’atmosfera e si libera metano; si libera metano e si riscalda l’atmosfera.

Quando tutte le fonti sono combinate insieme, risulta che abbiamo aumentato il tasso di metano nell’aria in modo ancora più drammatico del tasso di anidride carbonica.
L’uomo pompa nell’atmosfera anche dosi minori di altri gas che contribuiscono all’effetto serra. Protossido d’azoto, composti del cloro e altri gas trattengono tutti calore ancora più efficacemente dell’anidride carbonica. E dato che tutti questi composti riscaldano l’atmosfera, essa sarà in grado di trattenere più vapore acqueo, che dovrebbe riscaldare la terra due terzi in più di quanto non faccia l’anidride carbonica da sola.

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Autore : Redazione