00:00 11 Marzo 2014

Il possibile “guasto” del 20 marzo: tre ipotesi a confronto

Ancora molta indecisione serpeggia tra le maglie dei modelli. Ecco come si presenta la situazione (sulla carta) oggi.

Si complica il rompicapo modellistico sotto i nostri occhi. Sappiamo bene quanto sia difficile stabilire a medio e lungo termine le mosse dell’alta pressione. Quando è lei a comandare la scena meteo sul nostro Continente, le variazioni modellistiche sono all’ordine del giorno.

La data che prendiamo come riferimento è sempre quella di giovedì 20 marzo. Rispetto a ieri emergono differenze sostanziali.

Il modello europeo, che ieri alla stessa ora premeva sull’acceleratore, oggi ci ripensa e fa marcia indietro.

Secondo l’elaborazione di oggi, il 20 marzo sull’Italia non succederà nulla. L’aria fredda verrà deviata dall’alta pressione verso l’Europa nord-orientale, senza interessare la nostra Penisola.

Sul Bacino del Mediterraneo avremo una sorta di palude barica dove si potrebbe annidare qualche annuvolamento, ma senza troppe velleità precipitative. Anche il quadro termico, sempre secondo questa elaborazione, non subirà scossoni importanti.

Il modello americano invece osa di più rispetto a ieri. Lo spostamento dei massimi di pressione in sede inglese, darà adito all’aria fredda di scendere prima sull’Europa centrale e poi anche sulla nostra Penisola.

L’ingerenza dell’alta pressione più ad ovest non consentirà ciclogenesi importanti sul Mare Nostrum e il fronte freddo dovrebbe attraversare la nostra Penisola abbastanza velocemente, portando al suo seguito un calo termico consistente. Con questa situazione, le regioni maggiormente interessate sarebbero le centro-meridionali, mentre il nord avrebbe fenomeni abbastanza scarsi, tranne forse l’Emilia Romagna.

Finiamo, come sempre, con il modello canadese. Secondo questa elaborazione, l’alta pressione si posizionerà molto ad ovest, dando la possibilità all’aria fredda di matrice settentrionale di entrare con maggiore decisione sull’Italia.

Con questa situazione si avrebbe un passaggio instabile abbastanza rapido sull’Italia, ma che coinvolgerebbe un po’ tutte le regioni, anche quelle settentrionali ( dove la neve arriverebbe a quote interessanti).

Quale modello avrà ragione? Oggi riteniamo che la tesi più credibile possa essere quella del modello americano, ovvero un passaggio freddo rapido sull’Italia, con effetti maggiori al centro-sud. Appare poco credibile invece la tesi del modello europeo e forse un po’ troppo spinta quella del canadese. Nei prossimi giorni continueremo a seguire questa interessante evoluzione.

Autore : Paolo Bonino