00:00 7 Maggio 2014

“Attentati” silenziosi al bosco in Alto Adige

Il bosco pugnalato ed umiliato in Alto Adige.

Alto Adige. Un nome ormai anacronistico per questa regione, sostituito in modo sempre più ossessivo dalla denominazione Sued Tirol e da una nuova stagione di rivendicazione nazionalista che si muove sempre meno sotto traccia e sempre più in superficie, con ben poche remore e con rinnovata determinazione. I giovani più degli anziani. Eppure per milioni di italiani l’Alto Adige resta una meta privilegiata di pace, benessere, alta qualità della vita, oltre che un vero paradiso naturalistico.

In effetti solo il 6% del territorio altoatesino è potenzialmente abitabile, questo perchè ben il 60 per cento del territorio regionale si trova al di sopra dei 1600m, e quindi, secondo la legge, è automaticamente sotto tutela.

Come lo sono i sette parchi naturali, il parco nazionale, tutti i boschi, le zone d’acqua e i fiumi. Il 42 per cento del territorio altoatesino è costituito da boschi, il 28 per cento da alpeggi e prati, il 17 per cento da montagne e ghiacciai, il 7 per cento da aree adibite a colture agricole. Non resta dunque molto terreno da urbanizzare e del 6 per cento di superficie abitabile, già un buon 3 per cento è stato utlizzato.

Come fare allora quando servono case e c’è troppo bosco? Semplice, si abbatte il bosco senza troppi complimenti, basta un pretesto, una scusa. Così in 2 soli anni il bosco del paese nel quale trascorro molti mesi all’anno è stato barbaramente assassinato.

Nelle vallate ci sono masi che si estendono con la proprietà per diversi tratti boschivi e il contadino praticamente ci fa quello che desidera. Un gruppo dei suoi larici (5) minacciava un parcheggio e gli è stato chiesto se potesse sfrondarli. Non solo costui li ha abbattuti brutalmente ma, infastidito, ha sterminato ettari ed ettari di foresta, decine e decine di alberi schiantati: pini cembro, abeti rossi, larici, del tutto impunemente.
 
Ci ha fatto legna per anni, ma soprattutto ha poi venduto quella parte di proprietà a chi ci ha edificato un condominio. Molti altri esempi si ricavano viaggiando tra i paesini delle vallate: si tagliano gli alberi con grande disinvoltura, per farci legna che poi marcisce in legnaia senza riuscire ad essere utilizzata per anni, tanta ne hanno ammonticchiata. Ben poca, vista la crisi, finisce nell’industria del legno, un po’ diventa truciolato per riscaldamento, altra resta lì abbattuta in mezzo al bosco deturpato, finchè a qualcuno non verrà in mente di tirarci su una casa. Per non parlare dei pascoli trasformati in estate in parcheggi, un vero scempio ambientale: le mucche si mangeranno fieno inquinato e noi ci berremo latte inquinato.

Vivere in una regione del genere dovrebbe essere considerato davvero un grosso privilegio, invece non solo continuano le rimostranze ma si calpesta in modo sempre più gratuito e barbaro la natura. Vivere in un bel posto non rende migliore la gente che lo abita, purtroppo… 

Autore : Alessio Grosso