00:00 26 Marzo 2012

La meteo una malattia? No grazie, solo una passione

Persone che ignorano il telegiornale per seguire ogni possibile previsione del tempo in tv, si collegano continuamente a Internet navigando su siti meteo, chattano in modo ossessivo per aggiornamenti in tempo reale. Sarebbero costoro le vittime della sindrome da meteo, passione morbosa per la meteorologia che sta esplodendo in tutto il mondo, Italia compresa. Ma noi, diretti interessati, come la pensiamo?

 La globalizzazione dei cervelli spesso riduce l’effettiva gittata dei nostri pensieri. Ecco che allora tutto quanto ci sta intorno sembra più grande di quanto non lo sia veramente. Nasce proprio da qui la nostra abitudine a pensare che quanto ci circonda non sia mai accaduto prima, o per lo meno in quelle proporzioni: non ci sono più i giovani di una volta, la musica di una volta, i programmi TV di una volta, e via dicendo…

La disquisizione, come sappiamo, coinvolge in modo diretto anche la Meteorologia: non ci sono più le stagioni di una volta, il tempo di una volta e via discorrendo.

Ora, un recente articolo scovato su di una rivista che riporta rubriche di medicina, mette sul piatto un presunto studio secondo il quale oltre il tempo, anche la passione per la Meteorologia non sarebbe più quella di una volta. Il supporto di internet avrebbe reso molti utenti appassionati meteo dei meteodipendenti che, detto in modo più crudo e diretto, sta a significare veri e propri psicopatici. Sissignori, noi semplici appassionati, noi fruitori dei vari forum meteo, noi che ci sappiamo organizzare prima di tutti grazie alla nostra lungimirante passione, noi che gioiamo per una nevicata, o per un temporale, piuttosto che per una tempesta sul mare o che consideriamo la nebbia come poesia saremmo tutti pazzi?

Beh questo, cari dottori, cari giornalisti, non è accettabile. E lo affermiamo a voce alta e sicura non per una questione di parte, ma semplicemente perchè additare una passione accostandola ad uno stato psicolabile derivante da disturbi della personalità è come mischiare il sacro con il profano. Ma signori, fatevi un giro per i vari forum che pullulano sulla rete, addentratevi nelle pagine di quelli che trattano che so, strumenti musicali, componenti per computer, orologi, attrezzature fotografiche, nautica, montagna, auto d’epoca, gossip e tutto quant’altro volete: beh quelli vi sembrano più normali di noi appassionati meteo?

E’ vero, anche nel nostro campo ci sono gli eccessi, c’è chi esagera e va oltre, ma vista così tutti sembriamo psicopatici, soprattutto se non ci sforziamo di capire la passione dell’altro. Ora, se un appassionato di auto d’epoca, ad esempio, trascorre il suo tempo libero in uno sporco garage per restaurare la "Topolino" dei suoi sogni è psicopatico? No di certo. E allora perchè mai lo dovrebbe essere un appassionato di meteo che si attarda alla finestra nelle ore notturne per godersi lo spettacolo del lampione?

Tutti possiamo incappare in episodi di insonnia, stanchezza, apatia, difficoltà di concentrazione, nervosismo per le risorse dedicate ad immedesimarci nella nostra passione. Eppure pensate che la passione per la meteo ha creato fior di laureati, per qualcuno è diventata anche un lavoro. La passione per noi della vecchia guardia, non è roba di adesso, ma uno status vivendi che ci portiamo dietro da decenni, quando internet non esisteva, magari a coronamento di un nutrito percorso di studi completati con un occhio sui libri e un’occhio sempre rivolto verso il cielo. Eppure, al di là di questo, tutti abbiamo un lavoro normale, abbiamo una famiglia normale, abbiamo anche altri hobby "normali". Nessuno è mai finito in psichiatria, ne è ma stato arrestato per il reato di "nevicata fraudolenta" o per "temporale colposo".

E se un giorno tutto ciò accadesse, anche noi al di qua della barricata potremmo per la prima volta affermare e convincerci che… non esistono più neanche le passioni di una volta!

 

Autore : Luca Angelini