00:00 22 Giugno 2017

Dal caldo all’alluvione! Il monito del disastro nell’alta Versilia del giugno 1996

Immagini di una drammaticità sconvolgente, immortalate da Riccardo Vannoni. Per non dimenticare.

Il mattino del 19 giugno 1996 sulla Versilia splendeva il sole e faceva caldo. In realtà sulle Alpi Apuane si era formata una cella temporalesca dell’estensione di pochi km, che seguitò ad insistere sulle medesime zone per diverse ore.

Il temporale si trasformò in nubifragio interessando tutto l’alto bacino dei torrenti Serra e Vezza, che a Seravezza si uniscono nel fiume Versilia. Le precipitazioni interessarono anche parte del bacino del fiume Camaiore. Sulle zone pianeggianti e sulla costa della Versilia caddero giusto le classiche 4 gocce. 

Le precipitazioni assunsero carattere di impressionante intensità nel pomeriggio. Boati scossero le montagne e i valloni nei pressi del paese di Cardoso dove vari torrenti minori danno origine presso l’abitato al torrente Vezza.

Un’enorme ondata di piena giunse sul fiume Versilia. Nel primo pomeriggio ripetute ondate di acqua, fango e detriti alte fino 4-5 metri provenienti dai valloni dei torrenti confluenti presso il paese lo investirono distruggendolo quasi completamente.

Enormi frane di terra, detriti e tronchi avevano bloccato con sbarramenti temporanei tutte le valli dei corsi d’acqua a monte di Cardoso creando svariati bacini di acqua effimeri che cedendo poi insieme nel primo pomeriggio hanno dato luogo a onde di piena catastrofiche. 

Dopo aver distrutto Cardoso, i corsi d’acqua nel loro confluire diedero luogo ad una piena violentissima del torrente Vezza. Nella sua corsa verso valle il torrente investì il centro di Ponte Stazzemese giungendo a lambire il 2º piano delle abitazioni e distruggendo un intero albergo. .

La piena giunse infine a Ruosina dove sommerse tutto il paese, cancellando quasi completamente la strada di fondovalle. Verso le 15:00 venne investita da 3 metri d’acqua la cittadina di Seravezza. Qui il Vezza ricevette anche la piena del Serra e proseguì come fiume Versilia mandando in avaria l’idrometro quando arrivò a segnare i 4,50 m sopra lo zero. La piena spazzò via tutti i ponti nei pressi dei centri di Ripa, Corvaia, Vallecchia trovando sbocco in pianura e giungendo presso la periferia ovest della città di Pietrasanta dove sfondò un ampio tratto dell’argine sinistro in località San Bartolomeo, inondando mezza città.

Nel frattempo la tragedia aveva colpito anche il versante orientale delle Apuane in Garfagnana: nell’alta valle del torrente Turrite il centro di Fornovolasco venne letteralmente devastato dalla piena del corso d’acqua. Più a valle invece i danni furono minimi grazie alla presenza di un lago artificiale sul corso d’acqua che, completamente vuoto per manutenzione, fu in grado di accogliere frenandone l’impeto gran parte della piena salvando il centro situato più a valle di Gallicano. Verso le 18:00 il pluviometro di Pomezzana mostrò un valore cumulativo di precipitazioni pari a 478 mm di pioggia in 13 ore. Quello di Fornovolasco 408 mm.

Questa tragedia, considerata come una delle peggiori alluvioni che abbia mai colpito la Toscana dopo l’alluvione di Firenze del 1966, causò anche un pesante bilancio di vittime: 14 morti, quasi tutti a Cardoso.

 

Autore : Report di Alessio Grosso