Situazione innevamento sulle Alpi

Discussioni meteorologiche sul tempo previsto nei prossimi giorni ma anche climatologia e discussioni sui run dei vari modelli: è la stanza principale, quella più affollata e seguita.

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gemi65
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

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https://www.skylinewebcams.com/it/webca ... elvio.html
Dove sono gli impianti? sepolti!!!!
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giulys
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

Messaggio da giulys »

Rifugio Gastaldi 2659 mt, Valli di Lanzo

Non siamo ancora ai livelli del maggio 2009, ma ci si sta avvicinando

Maggio 2009
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1 maggio 2024 - dovrebbero essere ci9rca 280 cm
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Ciardoney 2650 mt, qui siamo a 330 cm
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giulys
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

Messaggio da giulys »

Dall'immagine odierna, al Ciardoney l'altezza del manto nevoso sfiora i 370 cm
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

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giulys ha scritto: gio mag 02, 2024 8:54 am Dall'immagine odierna, al Ciardoney l'altezza del manto nevoso sfiora i 370 cm
Ottimo bottino.
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lities
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

Messaggio da lities »

Oltre 3/3.50 metri di neve dai 2.500 metri sulle Alpi Graie con neve al suolo dai 1.700 metri.
https://www.rifugiogastaldi.com/il-rifu ... m-e-meteo/
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

Messaggio da gemi65 »

I famosi tavolinetti dello Stelvio
https://jpeg.popso.it/webcam/webcam_onl ... ive_01.jpg
Sulle piste appena visibili i piloni degli skilift
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

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Sulle piste dello sci estivo dello Stelvio ci sono 6 metri di neve in più rispetto allo scorso anno
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

Messaggio da lities »

Ultimo giorno di primavera con clima simil invernale sulle Alpi specie centro-orientali con neve scesa sotto i 2.000 metri.
Lo Stelvio!
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https://www.livigno.eu/webcam
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

Messaggio da lities »

Come sempre rapporto impeccabile e ben fatto.
Per una lettura completa cliccare al seguente link:
http://www.nimbu(s).it/ghiacciai/2024/240610_CiardoneyNeve.htm?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTAAAR25oG6fVG5eOEPR7LJAyqUCnQ-LZynRoYUgXiCE3anQI5_YaDkTOKPg30w_aem_AUA08jUduKXQA-YbZGHmOE40ROw2ZfnS9d13Dio62O0x5sYCzhWiMyK0N8FmBPmy49KSIIVT0LlwcaS9xD7aozH1

N.B. per aprire il link togliere le parentesi alla "S" finale della parola nimbu.

Qualche stralcio dell'articolo:

GHIACCIAIO CIARDONEY (GRAN PARADISO):
STAGIONE 2023-24, INNEVAMENTO STRAORDINARIO
GRAZIE ALLE INGENTI PRECIPITAZIONI DI FEBBRAIO-MAGGIO

Sintesi dei risultati
SUL GHIACCIAIO DA 4 A 6 METRI DI NEVE,
EQUIVALENTI IN MEDIA A OLTRE 3 METRI D'ACQUA:
VALORI SIMILI SOLO NEL 1993 E 2001, A SCALA TRENTENNALE

Le misure del 5 giugno, al termine della stagione di accumulo 2023-24, hanno evidenziato spessori di neve di rara entità sul ghiacciaio, compresi tra i 610 cm del Colle Ciardoney (3119 m) e i 410 cm del sito di misura n. 4 (3008 m, settore mediano in destra orografica). Localmente, tra i siti 3 e 4, si è misurato uno spessore minimo di 385 cm.

Lo spessore nevoso medio (498 cm) è tra i più elevati dall'inizio delle misure di bilancio di massa al Ciardoney nel 1992, secondo solo al caso del 2001 (media 510 cm il 26 maggio, dieci giorni prima della data del sopralluogo 2024).
Dopo l'eccezionale carenza di neve di inizio Anni Duemilaventi, e una prima metà dell'inverno 2023-24 parimenti scarsa, il ritorno di precipitazioni frequenti
e abbondanti ha determinato un sorprendente recupero dell'innevamento
sul ghiacciaio tra febbraio e maggio 2024.

Il 5 giugno 2024 sono stati misurati spessori nevosi compresi tra 385 e 610 cm
(media dei siti di misura: 498 cm). Nella serie dal 1992, solo nel 2001 lo spessore medio fu superiore (510 cm il 26 maggio); a seguire, il 2009 (466 cm).

La concomitanza con densità del manto nevoso notevolmente elevate
(700 e 660 kg/m3 nei due punti di carotaggio del manto) ha dato luogo
a un accumulo specifico di ben 3150 mm di acqua equivalente,
massimo della serie.

Saranno la radiazione solare e le temperature dell'estate 2024 (nonché l'effetto della riduzione di albedo dovuta alle deposizioni di polvere sahariana) a determinare
quanta di questa copiosa neve stagionale eventualmente sopravviverà fino a settembre, ma in ogni caso è altamente probabile che per lo meno le perdite
di massa glaciale siano assai meno negative che negli anni recenti.

STAGIONE NEVOSA 2023-24: MOLTO SCARSA FINO A INIZIO FEBBRAIO, POI RAPIDO E STRAORDINARIO RECUPERO
CON LE PRECIPITAZIONI PRIMAVERILI

Dopo l'eccezionale "magra nevosa" che ha caratterizzato i primi anni 2020 su tutte le Alpi, anche la stagione di accumulo 2023-24 pareva ormai destinata a trascorrere in netto deficit per lo meno sul versante padano della catena montuosa, mentre a fine autunno 2023 ostinati flussi umidi occidentali avevano scaricato importanti precipitazioni sul versante franco-svizzero e sull'alta Valle d'Aosta, benché con anomali episodi di pioggia talora fino a 2000-2500 m (in particolare l'11 dicembre 2023).

Lungo le montagne che coronano la Valpadana occidentale fino alla prima decade di febbraio 2024 la neve era pressoché assente e molto scarsa anche nei bacini glaciali oltre i 2500 m, sia per la carenza di precipitazioni dovuta a prevalenti regimi nord-occidentali con condizioni di foehn, sia per le temperature spesso primaverili (25 °C il 4 febbraio a Susa e dintorni).

Tuttavia in seguito, e soprattutto da fine febbraio, prendeva forma un radicale cambiamento di configurazione meteorologica a scala continentale, con il ritorno di ricorrenti depressioni sull'Ovest europeo in grado di trasportare a più riprese masse d'aria umida marittima dai quadranti meridionali verso il pendio sudalpino, situazione che era quasi completamente mancata negli inverni 2021-22 e 2022-23.

Con i flussi miti di libeccio o scirocco sotto i 1000 m ha prevalso la pioggia, ma alle quote superiori si sono susseguite numerose nevicate di particolare abbondanza sulle Alpi tra Piemonte e bassa Valle d'Aosta, il 26-28 febbraio, il 2-4, 9-10 e 30-31 marzo, l'1-2 e il 14-16 maggio 2024.

I medesimi episodi sciroccali sono stati accompagnati da ripetuti trasporti di polvere sahariana che ha colorato di ocra le precipitazioni e il manto nevoso, e soprattutto l'episodio del 30 marzo 2024 è stato tra i più appariscenti degli ultimi decenni per entità della deposizione, dopo quello del 21 febbraio 2004. La ricorrenza di tali trasporti di polvere desertica verso l'Europa è stata insolitamente elevata nei primi Anni Duemilaventi.

La frequenza e abbondanza delle precipitazioni ha fatto sì che quella del 2024 risultasse, secondo Arpa Piemonte, la primavera più bagnata in almeno un settantennio a livello regionale, con il determinante contributo soprattutto degli straordinari apporti di pioggia e neve sull'alto Piemonte. Ma l'eccezionalità ha riguardato vaste zone a Nord del Po: all'osservatorio di Milano-Brera, mai nella serie di misura cominciata nel 1764 erano caduti 612 mm d'acqua nel trimestre marzo-maggio.

A livello locale, sul versante piemontese del Gran Paradiso, l'anomalia pluviometrica è stata un po' meno marcata ma pur sempre considerevole e vicina ai record di lungo periodo. Nella serie meteorologica storica di Locana-Rosone (dati IREN Energia integrati con dati Arpa Piemonte), rappresentativa della regione climatica in cui il Ciardoney ricade, i 960 mm di pioggia e neve fusa totalizzati nel quadrimestre febbraio-maggio 2024 corrispondono a 2,2 volte la norma del trentennio di riferimento 1991-2020, e dall'inizio delle misure nel 1938 sono secondi - per questo periodo dell'anno - solo al caso del febbraio-maggio 1981 (1046 mm). Curiosamente, anche all'epoca si usciva da un inverno particolarmente secco.

Alla stazione meteorologica sulla piana proglaciale del Ciardoney (2850 m) fino a inverno avanzato le uniche nevicate di qualche importanza si erano verificate a inizio novembre 2023, il 30 novembre e l'8-9 gennaio 2024, tanto che - anche con il contributo erosivo di frequenti e impetuose burrasche di vento da Nord-Ovest - lo strato di neve è divenuto estremamente esiguo, pari ad appena 10 cm tra il 6 e l'8 febbraio, minimo per il periodo nella breve serie di tele-osservazione da webcam avviata nell'autunno 2012, e dunque ancor meno di quanto si misurava, negli stessi giorni, nel "terribile" 2022 (55 cm).

In seguito, a una prima corposa nevicata il 9-11 febbraio 2024 (55 cm di neve fresca), si sono aggiunti gli ulteriori e intensi eventi nevosi già citati sopra. Così lo spessore del manto nevoso è rapidamente cresciuto fino a superare i 200 cm in occasione dell'episodio del 2-4 marzo (soglia che non si era più raggiunta dalla primavera 2020) e i 300 cm il 1° aprile (Pasquetta), fino a un massimo stagionale di 375 cm il 2 maggio, peraltro valore più elevato nella serie dal 2012 che supera seppur di poco i 370 cm del 3 aprile 2017.

Dunque, sorprendentemente, in poco meno di tre mesi si è passati da un estremo (minimo) di innevamento a quello opposto (massimo) in 12 anni di osservazioni, campione di dati certamente ancora molto breve, ma già sufficiente a delineare un comportamento peculiare e insolito.

Dopo il periodo estremamente caldo della prima metà di aprile 2024 - con effetti tuttavia ancora poco marcati sulla conservazione della neve alla quota del ghiacciaio, rimasta intorno a 250 cm di spessore - il susseguirsi di periodi freschi e perturbati a fine primavera (maggio 2024 al Nord Italia è stato 0,25 °C sotto la media 1991-2020, secondo il CNR-ISAC) e l'assenza di ulteriori precoci slanci estivi hanno favorito un certo ritardo nell'avvio della fusione nivale che, a differenza di molti anni recenti, tuttora è solo blandamente cominciata intorno a 3000 m di altitudine.
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi

Messaggio da gemi65 »

lities ha scritto: mar giu 11, 2024 9:12 am Come sempre rapporto impeccabile e ben fatto.
Per una lettura completa cliccare al seguente link:
http://www.nimbu(s).it/ghiacciai/2024/240610_CiardoneyNeve.htm?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTAAAR25oG6fVG5eOEPR7LJAyqUCnQ-LZynRoYUgXiCE3anQI5_YaDkTOKPg30w_aem_AUA08jUduKXQA-YbZGHmOE40ROw2ZfnS9d13Dio62O0x5sYCzhWiMyK0N8FmBPmy49KSIIVT0LlwcaS9xD7aozH1

N.B. per aprire il link togliere le parentesi alla "S" finale della parola nimbu.

Qualche stralcio dell'articolo:

GHIACCIAIO CIARDONEY (GRAN PARADISO):
STAGIONE 2023-24, INNEVAMENTO STRAORDINARIO
GRAZIE ALLE INGENTI PRECIPITAZIONI DI FEBBRAIO-MAGGIO

Sintesi dei risultati
SUL GHIACCIAIO DA 4 A 6 METRI DI NEVE,
EQUIVALENTI IN MEDIA A OLTRE 3 METRI D'ACQUA:
VALORI SIMILI SOLO NEL 1993 E 2001, A SCALA TRENTENNALE

Le misure del 5 giugno, al termine della stagione di accumulo 2023-24, hanno evidenziato spessori di neve di rara entità sul ghiacciaio, compresi tra i 610 cm del Colle Ciardoney (3119 m) e i 410 cm del sito di misura n. 4 (3008 m, settore mediano in destra orografica). Localmente, tra i siti 3 e 4, si è misurato uno spessore minimo di 385 cm.

Lo spessore nevoso medio (498 cm) è tra i più elevati dall'inizio delle misure di bilancio di massa al Ciardoney nel 1992, secondo solo al caso del 2001 (media 510 cm il 26 maggio, dieci giorni prima della data del sopralluogo 2024).
Dopo l'eccezionale carenza di neve di inizio Anni Duemilaventi, e una prima metà dell'inverno 2023-24 parimenti scarsa, il ritorno di precipitazioni frequenti
e abbondanti ha determinato un sorprendente recupero dell'innevamento
sul ghiacciaio tra febbraio e maggio 2024.

Il 5 giugno 2024 sono stati misurati spessori nevosi compresi tra 385 e 610 cm
(media dei siti di misura: 498 cm). Nella serie dal 1992, solo nel 2001 lo spessore medio fu superiore (510 cm il 26 maggio); a seguire, il 2009 (466 cm).

La concomitanza con densità del manto nevoso notevolmente elevate
(700 e 660 kg/m3 nei due punti di carotaggio del manto) ha dato luogo
a un accumulo specifico di ben 3150 mm di acqua equivalente,
massimo della serie.

Saranno la radiazione solare e le temperature dell'estate 2024 (nonché l'effetto della riduzione di albedo dovuta alle deposizioni di polvere sahariana) a determinare
quanta di questa copiosa neve stagionale eventualmente sopravviverà fino a settembre, ma in ogni caso è altamente probabile che per lo meno le perdite
di massa glaciale siano assai meno negative che negli anni recenti.

STAGIONE NEVOSA 2023-24: MOLTO SCARSA FINO A INIZIO FEBBRAIO, POI RAPIDO E STRAORDINARIO RECUPERO
CON LE PRECIPITAZIONI PRIMAVERILI

Dopo l'eccezionale "magra nevosa" che ha caratterizzato i primi anni 2020 su tutte le Alpi, anche la stagione di accumulo 2023-24 pareva ormai destinata a trascorrere in netto deficit per lo meno sul versante padano della catena montuosa, mentre a fine autunno 2023 ostinati flussi umidi occidentali avevano scaricato importanti precipitazioni sul versante franco-svizzero e sull'alta Valle d'Aosta, benché con anomali episodi di pioggia talora fino a 2000-2500 m (in particolare l'11 dicembre 2023).

Lungo le montagne che coronano la Valpadana occidentale fino alla prima decade di febbraio 2024 la neve era pressoché assente e molto scarsa anche nei bacini glaciali oltre i 2500 m, sia per la carenza di precipitazioni dovuta a prevalenti regimi nord-occidentali con condizioni di foehn, sia per le temperature spesso primaverili (25 °C il 4 febbraio a Susa e dintorni).

Tuttavia in seguito, e soprattutto da fine febbraio, prendeva forma un radicale cambiamento di configurazione meteorologica a scala continentale, con il ritorno di ricorrenti depressioni sull'Ovest europeo in grado di trasportare a più riprese masse d'aria umida marittima dai quadranti meridionali verso il pendio sudalpino, situazione che era quasi completamente mancata negli inverni 2021-22 e 2022-23.

Con i flussi miti di libeccio o scirocco sotto i 1000 m ha prevalso la pioggia, ma alle quote superiori si sono susseguite numerose nevicate di particolare abbondanza sulle Alpi tra Piemonte e bassa Valle d'Aosta, il 26-28 febbraio, il 2-4, 9-10 e 30-31 marzo, l'1-2 e il 14-16 maggio 2024.

I medesimi episodi sciroccali sono stati accompagnati da ripetuti trasporti di polvere sahariana che ha colorato di ocra le precipitazioni e il manto nevoso, e soprattutto l'episodio del 30 marzo 2024 è stato tra i più appariscenti degli ultimi decenni per entità della deposizione, dopo quello del 21 febbraio 2004. La ricorrenza di tali trasporti di polvere desertica verso l'Europa è stata insolitamente elevata nei primi Anni Duemilaventi.

La frequenza e abbondanza delle precipitazioni ha fatto sì che quella del 2024 risultasse, secondo Arpa Piemonte, la primavera più bagnata in almeno un settantennio a livello regionale, con il determinante contributo soprattutto degli straordinari apporti di pioggia e neve sull'alto Piemonte. Ma l'eccezionalità ha riguardato vaste zone a Nord del Po: all'osservatorio di Milano-Brera, mai nella serie di misura cominciata nel 1764 erano caduti 612 mm d'acqua nel trimestre marzo-maggio.

A livello locale, sul versante piemontese del Gran Paradiso, l'anomalia pluviometrica è stata un po' meno marcata ma pur sempre considerevole e vicina ai record di lungo periodo. Nella serie meteorologica storica di Locana-Rosone (dati IREN Energia integrati con dati Arpa Piemonte), rappresentativa della regione climatica in cui il Ciardoney ricade, i 960 mm di pioggia e neve fusa totalizzati nel quadrimestre febbraio-maggio 2024 corrispondono a 2,2 volte la norma del trentennio di riferimento 1991-2020, e dall'inizio delle misure nel 1938 sono secondi - per questo periodo dell'anno - solo al caso del febbraio-maggio 1981 (1046 mm). Curiosamente, anche all'epoca si usciva da un inverno particolarmente secco.

Alla stazione meteorologica sulla piana proglaciale del Ciardoney (2850 m) fino a inverno avanzato le uniche nevicate di qualche importanza si erano verificate a inizio novembre 2023, il 30 novembre e l'8-9 gennaio 2024, tanto che - anche con il contributo erosivo di frequenti e impetuose burrasche di vento da Nord-Ovest - lo strato di neve è divenuto estremamente esiguo, pari ad appena 10 cm tra il 6 e l'8 febbraio, minimo per il periodo nella breve serie di tele-osservazione da webcam avviata nell'autunno 2012, e dunque ancor meno di quanto si misurava, negli stessi giorni, nel "terribile" 2022 (55 cm).

In seguito, a una prima corposa nevicata il 9-11 febbraio 2024 (55 cm di neve fresca), si sono aggiunti gli ulteriori e intensi eventi nevosi già citati sopra. Così lo spessore del manto nevoso è rapidamente cresciuto fino a superare i 200 cm in occasione dell'episodio del 2-4 marzo (soglia che non si era più raggiunta dalla primavera 2020) e i 300 cm il 1° aprile (Pasquetta), fino a un massimo stagionale di 375 cm il 2 maggio, peraltro valore più elevato nella serie dal 2012 che supera seppur di poco i 370 cm del 3 aprile 2017.

Dunque, sorprendentemente, in poco meno di tre mesi si è passati da un estremo (minimo) di innevamento a quello opposto (massimo) in 12 anni di osservazioni, campione di dati certamente ancora molto breve, ma già sufficiente a delineare un comportamento peculiare e insolito.

Dopo il periodo estremamente caldo della prima metà di aprile 2024 - con effetti tuttavia ancora poco marcati sulla conservazione della neve alla quota del ghiacciaio, rimasta intorno a 250 cm di spessore - il susseguirsi di periodi freschi e perturbati a fine primavera (maggio 2024 al Nord Italia è stato 0,25 °C sotto la media 1991-2020, secondo il CNR-ISAC) e l'assenza di ulteriori precoci slanci estivi hanno favorito un certo ritardo nell'avvio della fusione nivale che, a differenza di molti anni recenti, tuttora è solo blandamente cominciata intorno a 3000 m di altitudine.
Bellissimo reportage e notizie finalmente confortanti.
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