00:00 21 Marzo 2008

Le nubi da temere di più: NUBI a MENSOLA e a MURO

Spesso osservando una nube temporalesca possiamo cogliere tutte le sue caratteristiche; dalle più evidenti a quelle più nascoste.

NUBE A MENSOLA: quando sta per arrivare si vede come una lunga striscia nuvolosa rettilinea e scura; spesso assume un aspetto quasi “inquietante” dato anche che si muove molto rapidamente ed in direzione completamente diversa dalle altre nubi presenti nel cielo.

La sua formazione è dovuta al fatto che l’aria fredda scaricata dall’alto da una nube temporalesca, una volta arrivata al suolo tende ad espandersi rapidamente in orizzontale in tutte le direzioni, sollevando improvvisamente l’aria calda ed umida che fino a quel momento stazionava alle basse quote, e facendo espandere gradualmente la base del cumulonembo stesso; si ha quindi un effetto pari a quello di un fronte freddo vero e proprio.

Quando la nube transita sulle nostre teste, a causa dei motivi della sua genesi avvertiamo improvvise raffiche di vento freddo, che ci fanno pensare ad un imminente arrivo del temporale.

Invece non sempre la pioggia arriva dopo pochi minuti, anzi spesso bisogna aspettare anche mezz’ora prima di dover aprire l’ombrello; infatti se non ci sono ostacoli particolarmente elevati il flusso di aria fredda in espansione sul suolo tende a propagarsi per diverse decine di chilometri al di fuori del “cuore attivo” della nube.

In qualche caso la nube a mensola presenta anche delle striature orizzontali, che segnalano la forte intensità dei venti alle quote medie (3-4 km di altezza); tale fenomeno può essere dovuto principalmente a due motivi:

1) presenza di una intensa corrente a getto (200-250 km/h)alle alte quote (7-9 km di altezza) e quindi trascinamento dell’aria nella stessa direzione anche alle quote più basse.

2) possibile rotazione di tutto il cumulonembo in senso antiorario; in tal caso nell’80% dei casi i fenomeni precipitativi che seguiranno risulteranno particolarmente intensi.
In generale se siamo in presenza di rotazione della cella temporalesca, il vento al suolo prima dell’arrivo della nube a mensola è pressoché calmo.

NUBE A MURO (o WALL CLOUD): indica la formazione di un temporale molto intenso (una supercella in termini tecnici), che può provocare violenti rovesci o addirittura trombe d’aria.

E’ una formazione nuvolosa compatta e piuttosto ristretta che “pende” dalla base (generalmente piatta) della nube temporalesca stessa, normalmente sul suo settore più meridionale.

Anche in questo caso la parte del leone nella genesi della nube la fa l’aria fredda scaricata dall’alto dal cumulonembo; spesso e volentieri infatti nella sua espansione in orizzontale in prossimità del suolo essa può imbattersi nel “canale” nel quale è inserito il flusso di aria calda che alimenta dal basso il temporale, andando ad interagire con esso.

Allora parte dell’aria fredda verrà riportata verso l’alto assieme a quella calda, raggiungendo la saturazione e quindi la condensazione del vapore acqueo al suo interno ad una certa quota; tale livello di condensazione sarà sicuramente più in basso rispetto a quello della base del cumulonembo (generata invece dalla risalita di sola aria calda).

Riguardo al nostro territorio tali formazioni nuvolose in generale possono essere avvistate in Pianura Padana e sulle coste, raramente nelle altre zone.

I PERICOLI INVISIBILI CHE PRECEDONO UN FORTE ACQUAZZONE:
quando è in arrivo un forte temporale nella maggior parte dei casi subito prima che cominci a piovere si alzano improvvise ed intense raffiche di vento che provengono proprio dalla zona interessata dal rovescio, accompagnate da pioggerella fine che sembra
quasi “nebulizzata”.

D’altra parte quando l’aria fredda scaricata dalla nube arriva al suolo con particolare violenza, tende in qualche modo a “rimbalzare” per poi invorticarsi in più punti, generando appunto le raffiche.

In alcuni casi il vento può risultare così forte da rovesciare vasi di fiori o addirittura abbattere piccoli alberi e quindi può essere utile riconoscere un segnale inequivocabile che riguarda il suo arrivo; in pratica se all’interno della nube nella quale si vedono i lampi si nota una zona di colore molto più chiaro che nelle zone circostanti o addirittura con sfumature verdognole, è meglio correre ai ripari.

Questo è infatti sintomo di pioggia o grandine che cadono talmente copiose da riflettere fino al suolo i raggi solari che illuminano la sommità della nube, nonostante tutta la struttura nuvolosa sia sviluppata per più di 10 km in altezza.
Autore : Lorenzo Catania