Beh che da diverse settimane il nord sia rimasto a bocca asciutta, con la pioggia che ha prediletto altre zone d'Italia, è senz'altro una realtà condivisa ma soprattutto da non sottovalutare. Al di là dei soliti allarmi rossi lanciati dalle varie federazioni agricole regionali di turno ad ogni cambio del tempo, la situazione questa volta è davvero piuttosto preoccupante.
Su queste regioni, dopo un agosto squisitamente estivo ma culminato con diverse ondate di caldo, è seguito un mese di settembre totalmente anonalo: pioggia poco o niente, temperature alle stelle ma non è finita. Arriva ottobre e le prime tre settimana trascorrono ancora calde e secche, con alcuni episodi addirittura favonici a complicare le cose. Ora il calo delle temperature ma ancora niente acqua.
Il risultato di tutto questo si sta ripercuotendo sul frutto di stagione tipico dell'autunno: la castagna. In realtà, come afferma Ivo Poli, presidente dell'Associazione nazionale Città del castagno, la situazione è pesante un po' in tutta Italia, anche se nord e Toscana rischiano di perdere il 90% della normale produzione annuale di castagne.
Il problema si chiama cinipide galligeno del castagno. Un piccolo insetto nero arrivato fino a noi all'inizio del 2000 dall'estremo Oriente di cui è originario. E' molto dannoso per il castagno e prolifica in condizioni climatiche calde, proprio come quelle anomale che abbiamo ultimamente vissuto.
Diverse regioni del nord anche alle prese con la scarsità di funghi. Anche in questo caso la causa è da addebitare al clima rimasto troppo secco per troppo tempo. Ora arriveranno le piogge ma forse è troppo tardi per sperare in un recupero.