Un po' la persistenza di una configuazione sinottica decisamente sfavorevole, un po' per pura sfortuna, fatto sta che l'inverno 2011-2012, si è dimostrato sui versanti sud-alpini decisamente avaro di precipitazioni. Pensate che nei tre mesi invernali, ovvero dal 1° dicembre al 1° di marzo è caduta quasi la metà delle precipitazioni che normalmente dovrebbe interessare le nostre montagne.
Naturalmente non è una disfatta totale, dato che l' ondata di gelo e neve siberiani ha rifatto un po' il trucco su alcuni settori, in particolare quelli di nord-ovest. Ciò nonostante è innegabile che la situazione neve sui versanti padani delle nostre Alpi è risultata davvero critica.
Le poche precipitazioni che si sono avute sono sconfinate da nord, passando attraverso le linee di cresta e quindi sono andate man mano sfumando procedendo dal cuore delle Alpi verso i settori prealpini. Là dove la catena è più estesa, ovvero nei settori alpini orientali, le nevicate da nord non sono riuscite a sfondare. Ecco che ad esempio le Dolomiti si sono presentate all'appuntamento con la primavera meteorologica appena innevate sui settori settentrionali, mentre il tratto meridionale, specialmente veneto, è apparso per larghi tratti brullo. Prezzo pagato per una anomalia che ha fatto registrare solo il 40% delle precipitazioni normalmente attese.
Con correnti prevalentemente orientate dai quadranti settentrionali è andata invece meglio lungo le creste di confine: qui l'anomalia si riduce fino a raggiungere il pareggio di bilancio. Ecco perchè settori come la Valle d'Aosta, l'alto Piemonte, le vallate più a nord della Lombardia e le vallate superiori dell'Alto Adige possono vantare una stagione quantomeno normale, o localmente anche generosa.
A parte questo, di normale nell'inverno 2011-2012 c'è stato comunque davvero poco: pensate che oltre ai fortissimi contrasti nivometrici tra i versanti nord e sud delle Alpi si sono aggiunti estremi termici davvero rilevanti, con temperature che hanno raggiunto alternativamente punte di caldo fuori stagione e abissi di gelo da grande nord a pochi giorni di distanza.