00:00 27 Giugno 2011

Maracchi: “le ondate di caldo sono una novità degli ultimi anni” GULP!!!

Sembra che il caldo sia nato ieri.

Personalmente ho capito (ma non condiviso) cosa volesse dire il Prof. Maracchi, ma la stragrande maggioranza di coloro che lo stavano ascoltando in quel momento alla tv, hanno recepito l’affermazione in modo decisamente diverso. Maracchi ha infatto affermato che "le ondate di calore sono una novità degli ultimi anni".

Chi ha qualche anno sulle spalle avrà pensato: "cosa sta dicendo?". Il caldo ha accompagnato da sempre la nostra vita in estate, non certo da ieri. Le onde di calore ci sono sempre state, che poi non fosse l’anticiclone africano a portarle ma quello delle Azzorre poco importa, anche l’azzorriano se persisteva per diverso tempo finiva per determinare vere e proprie fastidiose situazioni di caldo persistente.

Forse era il caso di specificare che il riferimento era all’anticiclone africano e alle sue onde calde, anche se tutti noi ricordiamo ondate decisamente peggiori di quella oltretutto breve in arrivo. Si pensi solo agli anni 90, ma anche a certe stagioni estive degli anni 80. Come non ricordare il luglio del 1982 o del 1983, e stiamo parlando di 30 anni fa, non del 2003.

Atteggiamento più prudente invece riguardo all’andamento generale dell’estate. Secondo Maracchi non si avrà alcun dominio anticiclonico di lunga durata, ma piuttosto un’alternanza di onde di calore e temporali, così come suggerisce del resto la statistica. Nulla di strano dunque, un’estate senza eccessi, lui però pronuncia la frase storcendo il naso, come se per forza in questo andamento fosse necessario trovarci qualcosa di anomalo. Diteci allora: come dovrebbe comportarsi l’estate? Non è mica la stagione perfetta, non si può certo regolare come il termostato di casa, eppure quello che offre il tempo non piace mai, è sempre figlio di una patologia. Magari fossimo tutti "normali" come il tempo…Occorre più sobrietà professore, quella che lei stesso predica insieme a varie associazioni ambientaliste.

Autore : Alessio Grosso