00:00 23 Giugno 2011

Vita, morte e miracoli di un anticiclone: perchè si forma, perchè si rinforza, cosa lo fa svanire?

Alta pressione, struttura barica tipica delle latitudini subtropicali dove la convergenza in quota delle correnti provenienti rispettivamente dalla circolazione tropicale e da quela polare spingono verso il basso l'accumulo di aria, causando un persistente flusso verticale di correnti discendenti. Perchè si originano queste strutture, quanto possono durare? Questi e altri interrogativi risolti da nostro articolo.

A volte basterebbe sostituire la parola "pressione" con la parola "peso" e molti concetti si chiarirebbero da sè. Una zona interessata da alta pressione è un settore dove l’aria pesa di più. Ma perchè pesa di più? Per due motivi principali, uno di natura termica, l’altro di natura dinamica. Il peso dell’aria può aumentare per l’arrivo di aria più fredda, quindi più densa, ma anche a causa di correnti discendenti, dovute ad un accumulo di massa alle quote superiori dell’atmosfera.

Se la prima ipotesi è di facile comprensione, la seconda, quella che vede implicati motivi dinamici, abbisogna senz’altro di qualche spiegazione in più. Anzitutto, perchè si dovrebbe accumulare aria alle quote superiori dell’atmosfera? Perchè in alcune zone ben definite di entrambi gli emisferi, e precisamente nella forbice compresa entro le latitudini subtropicali, vengono a convergere le masse d’aria risalenti rispettivamente dalla fascia di basse pressione presenti alle alte latitudini (concetto di fronte polare) e quelle che provengono invece dalle zone tropicali (concetto della linea di convergenza intertropicale).

Ebbene tanta aria in quota non può rimanere, perchè contravviene alla legge fisica della continuità della massa. L’aria dunque trova una via di fuga e inizia a scendere verso il basso (non  verso l’alto perchè la tropopausa funge da barriera) ponendo in essere una fascia di correnti discendenti che si schiera appunto lungo la fascia subtropicale del pianeta. Ora, quello che a noi interessa è il motivo per cui a volte queste strutture di alta pressione risalgono fino alle nostre latitudini riuscendo anche a permanervi per giorni o settimane.

In questo caso dobbiamo lasciare i concetti base della meteorologia tropicale e inoltrarci nel campo a noi più consueto di quella delle medio-alte latitudini. Qui entrano in gioco le correnti occidentali, nate per tentare di riequilibrare lo sbalzo di temperatura tra le latitudini polari e quelle equatoriali (tecnicamente è il gradiente meridionale di temperatura). Le due fasce di contrasto maggiormente evidenti sono quella posta intorno ai 30 gradi di latitudine (nord e sud), nota come corrente a getto subtropicale e quello posta intorno i 60 gradi di latitudini (sempre nord e sud), nota come corrente a getto polare.

Lo forzatura della rotazione terrestre e la presenza alterna di continenti e oceani che provoca sbalzi termici anche in senso est-ovest (oltre che nord-sud), determinano una destabilizzazzione più o meno marcata di queste correnti, le quali iniziano ad ondulare: sono le onde planetarie, o atmosferiche di Rossby. Da qui nascono le depressioni e gli anticicloni.

Figli degli stessi genitori (le correnti a getto appunto) saccature e anticicloni corrono di pari passo amplificandosi i primi verso sud e i secondi verso nord (legge fisica della conservazione della vorticità potenziale), andando a invadere latitudini normalmente fuori dai loro luoghi di origine. Ecco dunque il nostro anticiclone (perchè a noi adesso è questo che interessa) risalire la china e portarci in casa l’aria calda delle latitudini subtropicali dalle quali si origina.

In estate l’espansione dello spessore atmosferico tende a favorire l’estensione della fascia anticiclonica verso nord, mentre durante l’inverno sono le correnti perturbate a scendere di latitudine. Ma quanto può durare un’onda anticiclonica alle nostre latitudini?

Molto dipende da…un numero. Si, perchè la meteorologia è tutta fatta di numeri, in questo caso è il cosiddetto numero di Rossby che ci indica se l’onda in in arrivo sia solo in transito o sia destinata a piantare le tende. In altre parole, se la lunghezza dell’onda in arrivo da ovest supera una certa ampiezza, tende a rallentare (legge della conservazione del momento della quantità di moto) e addirittura anche a bloccarsi.

Da qui nasce il ventaglio dei casi che ci può portare un alta pressione di tipo mobile (1-2 giorni), oppure un’anticiclone dinamico ma di tipo transiente (una settimana), di tipo bloccato oltre 15 giorni-1 mese.

Cosa decreta la morte di un anticiclone? A livello sinottico il venir meno della corrente a getto che lo alimenta. Sostanzialmente quando una perturbazione riesce ad appianare i contrasti tra due masse d’aria venute a stretto contatto, la corrente a getto tende a smorzarsi. La sua spinta dinamica in quota tende a diminuire e così anche la già citata convergenza in altitudine, così chè le correnti discendenti poste a valle dell’asse anticiclonico (ad est) tendono a svanire determinando l’indebolimento e poi lo smantellamento definitivo dell’alta pressione.

Autore : Luca Angelini