Non piove più come una volta e, per di più, non piove più quanto una volta. Anzitutto: cosa si intende con quel "una volta"? Intendiamo una fase climatica che copre un lag temporale tra gli anni settanta e ottanta, rispetto a quello che include invece gli anni 90 e il primo decennio del 2000. Se passiamo in rassegna i dati relativi alla piovosità del nostro Paese, notiamo grandi differenze.
Differenze sia dal punto di vista della distribuzione: al nord piove molto meno, al sud decisamente di più. Differenze dal punto di vista degli accumuli: giornate di pioggia complessivamente diminuite ma con fenomeni che a volte concentrano nell'arco di poche ore i quantitativi che dovrebbero essere distribuiti su settimane o addirittura mesi.
Sono tutte differenze che giungono da lontano e che sono parte integrante degli ingranaggi climatici mondiali. Come abbiamo già osservato in altri approfondimenti, confermiamo in questa sede che la fascia piovosa che interessa la fascia temperata del pianeta a nord dell'equatore si sta spostando a causa delle modifica del campo di pressione atmosferica.
I dati ottenuti da sedimenti raccolti sulle isole del Pacifico mostrano che la fascia delle precipitazioni citata si trova oggi tra 3°e 10° nord, la posizione più a nord degli ultimi 1200 anni. In altre parole l'invadenza della banda anticiclonica subtropicale non è solo una sensazione umana ma un dato rilevato e accertato per via strumentale, anche su controlli incrociati.
In Italia questa modifica delle precipitazioni è dovuta essenzialmente al mancato ingresso delle "vecchie e care" perturbazioni atlantiche in sede mediterranea proprio per via del dirottamento verso nord dei flussi perturbati. La natura sopperisce inviando sul cuore del mare nostrum vortici di bassa pressione originatesi per altre vie. Nascono così fenomeni mal distribuiti, sbilaniati tra un nord dal clima ora più secco, oltre chet continentale, da un centro-sud più umido e marittimo.
Fenomeni mal distribuiti anche perchè sono precipitazioni che traggono dal mare la loro energia e che sfruttano pertanto canali ottimali ma settoriali dove possono concentrarsi fino a causare episodi alluvionali. E' il risultato tangibile della tanto decantata estremizzazione del clima? Noi preferiamo stare ai numeri, i quali ci indicano la modifica alla circolazione emisferica e i meccanismi indotti che abbiamo descritto.
Aggiungiamo che dal canto nostro non possiamo fare altro che adeguarci e considerare l'acqua come risorsa preziosa da utilizzare non solo con la dovuta parsimonia ma anche con oculatezza, tenendo presente che non pioverà più come e quanto una volta.