Il colmo della primavera? Quello di proporre un'ondata di freddo potenzialmente più severa di quanto abbiamo sperimentato complessivamente nel corso dell'intero inverno. E il freddo toccherà il culmine; lo farà nella notte su sabato, sia per estensione di territorio (interessate pressochè tutte le regioni italiane), sia come qualità (termiche sensibilmente inferiori alla media del periodo.
Montagna come pianura, coste come entroterra, l'aria fredda non risparmerà alcuno, pur presentandosi in modo differente da zona a zona, anche a seconda della ventilazione in atto: zone più ventose, minor calo termico, zone meno ventose, temperature più basse. Un freddo secco che renderà i cieli notturni tersi e stellati e l'atmosfera fortemente incline a disperdere rapidamente nello spazio il calore solare accumulato durante la giornata precedente e comunque a raffreddare ulteriormente le superfici recentemente innevate, laddove invece hanno imperversato nubi e precipitazioni.
Temperature comprese tra 0 e -3°C in val Padana, fino a -5, -6°C nei fondovalle alpini e in quelli interni dell'Appennino centro-settentrionale, fino a -2°C nelle vallate dell'Appennino meridionale e sulle Isole. Valori prossimi allo zero lungo le fasce costiere del centro-nord, ad esclusione di quelle liguri di Ponente e di quelle orientali sarde. Diversi capoluoghi di regioni finiranno sotto lo zero: Aosta, Torino, Milano, Trento, Venezia, Trieste, Bologna, Firenze, Perugia, L'Aquila.
Insomma un vero pugno nello stomaco alla primavera, un congedo prepotente del generale inverno che nella terza decade di marzo lascerà comunque spazio ad un profilo termico più consono alla stagione.