00:00 2 Gennaio 2007

Il clima cambia da secoli, non sono le nostre azioni a modificarlo…

Il tormentone del riscaldamento globale punta a convincerci che l'uomo sia al timone del clima e passa sotto silenzio completamente il clima del passato.

L’inverno si riduce sempre di più.
Siamo testimoni viventi di questo accorciamento della stagione fredda alle nostre latitudini.
Il piacere di non soffrire il freddo è contrastato dal timore che il clima cambi in modo drammatico e spiacevole.

Sentiamo ripetere: “E’ il riscaldamento globale. Si sciolgono i ghiacciai. Il livello del mare è cresciuto di 10 centimetri nell’ultimo secolo. Andremo tutti sott’acqua”.

Riflettiamo: 20.000 anni fa Canada e Nord Europa erano coperti da uno strato di ghiaccio spesso 800 metri. Anche a Sud il clima era più rigido.

Se non fosse aumentata la temperatura, non si sarebbe sviluppata nessuna delle grandi civiltà umane. Solo quando l’isoterma dei 21°C si spostò a Nord, nacquero le civilizzazioni di Mohenjodaro (fra India e Persia), di Persepoli, Babilonia, Egitto e poi quelle dei fenici, dei greci, dei romani.

Con le città crebbero l’agricoltura, le tecniche, le arti, la scienza e tutti i fattori che hanno aumentato la potenza e le risorse umane. Da allora la vita degli uomini ha lasciato tracce.

Ha prodotto eventi interessanti, ricordati dopo millenni, e oggetti imponenti ancora visibili. Insieme si sono prodotte tragedie, guerre, genocidi, distruzioni. Malgrado questo, le cose non vanno tanto male. Stiamo molto meglio di quanto toccasse ai nostri avi cacciatori e raccoglitori.

Lo sappiamo bene: il progresso non è uniforme. Gli imperi crescono e cadono. Le tradizioni positive fioriscono e appassiscono. I meccanismi di questi rivolgimenti sono in gran parte sconosciuti.

Esistono tante e diverse spiegazioni plausibili del declino e della fine dell’Impero Romano. Alcune vicende tragiche per certe popolazioni ebbero come prima causa il clima.

E’ il caso della scomparsa di grandi regni Maya, dovuta forse a un periodo di siccità prolungata dall’VIII al XIV secolo.

Secondo alcuni gli stessi rivolgimenti climatici causarono l’abbassamento della temperatura nell’Atlantico settentrionale che culminò nella mini era glaciale (dal XV al XVII): la Groenlandia fu abbandonata, l’Islanda aveva un solo porto libero da ghiacci e gli abitanti stavano per tornare tutti in Danimarca.

Poi il riscaldamento globale cominciò verso il 1700: prima che bruciassimo combustibili fossili – il che mi sembra dimostrare che l’effetto delle attività industriali venga sopravvalutato.

Certo, è vero che nell’ultimo secolo e mezzo la concentrazione di CO2 atmosferico è salita da 280 a 375 parti per milione. E’ vero che l’anidride carbonica contribuisce ad aumentare l’effetto serra per cui la temperatura dell’atmosfera potrebbe crescere. Però dobbiamo ricordare che solo il 15% dell’effetto serra dipende dal CO2 (predomina nettamente l’effetto del vapore acqueo). Inoltre il carbonio presente nell’atmosfera come CO2 pesa 700 miliardi di tonnellate.

Nella biosfera (alberi e piante) ce ne sono 2.000 miliardi di tonnellate e nei mari 37.000! E’ ovvio che comandino i mari, in base a meccanismi ancora non compresi.

Ci furono glaciazioni importanti 700, 400 e 4 milioni di anni fa, quando l’homo sapiens non esisteva. Negli ultimi 600.000 anni si sono verificate 4 ere glaciali con temperature medie che variavano di 6 – 8°C. (Nessuno sa bene perchè siano successe).

M. Milankovic sosteneva che dipendessero da irregolarità nell’orbita e nell’inclinazione dell’asse terrestre – ma la questione non è risolta). A quel tempo nelle savane africane i nostri progenitori si evolsero fino a raggiungere la nostra costituzione attuale. Quegli uomini primitivi se la cavarono malgrado le risorse scarse, le conoscenze minime, la tecnologia embrionale. Forse attribuivano i grandi fenomeni naturali a forze magiche.

Oggi ne sappiamo molto di più. Stiamo attenti a non fare le mosche cocchiere, convincendoci che sono le nostre azioni a cambiare il clima (L’energia trasportata da correnti oceaniche varia in misura notevole e poco nota – ed è mille volte maggiore di tutta quella prodotta dall’uomo).

Invece: studiamo di più per capire il mondo, costruiamo argini, evitiamo gli sprechi. Ma evitiamo gli allarmismi e consultiamo le memorie storiche: perchè tendiamo a dimenticare il clima del nostro passato personale e a non studiare quello registrato negli annali o nella natura stessa. Intanto, se fa meno freddo, consumeremo meno energia per scaldarci.
Autore : Maurizio Ciancarella