La ricostruzione della superficie glaciale sull'oceano Artico è iniziata qualche giorno dopo la metà di settembre. L'andamento di crescita da allora non ha mostrato nè trionfi nè crolli ma si è mostrata perfettamente in linea con il trend dei mesi estivi. Prendendo come riferimento la media dell'ultimo trentennio salta subito all'occhio la pesante anomalia che grava sulla calotta polare.
Secondo l'Università dell'Illinois tale anomalia ammonta a circa 1 milione e 800 mila chilometri quadrati e risulta, come detto, stabile rispetto ai mesi di luglio e agosto ma in calo dall'inizio dell'anno, con un picco di discesa pari a circa 1 milione e 200 mila chilometri quadrati rispetto al mese di marzo. La superficie totale rilevata ammonta a circa 4 milione e 375 mila chilometri quadrati.
Se consideriamo invece i dati provenienti dallo IARC-JAXA, l'ammontare della superficie glaciale, cosi come la possiamo rilevare in real time, appare lievemente più abbondante con i suoi 5 milioni e 220 mila chilometri quadrati (rilevazioni del 3 ottobre).
Ciononostante l'anomalia complessiva rispetto alla media, se paragonata all'andamento dell'ultimo decennio, trova nella curva del 2007 un andamento ancora peggiore e si colloca dunque al penultimo posto conservando da tale limite un significativo margine. Nella ricostruzione qui allegata (rilevazioni del 30 settembre) mostriamo una panoramica della situazione glaciale sulla calotta artica.