Hanno avuto mesi e mesi per riprendersi da una anomalia talmente cronica che ormai è destinata ad abbassare in blocco la media degli ultimi 30 anni, ma anche stavolta è un nulla di fatto. Stiamo parlando dei ghiacci artici, i quali non sono riusciti ad approfittare della lunga notte invernale per ridarsi un contegno consono agli anni '70-80.
Ma perchè sempre questo paragone con quegli anni? Attenzione, non stiamo dicendo che l'Artico è ammalato, scadendo così nella selva dei luoghi comuni senza fondamento scientifico che ci vengono propinati a 360 gradi come pane quotidiano. Stiamo semplicemente rilevando che esiste un valore medio preso a riferimento e che questo valore medio, inerente l'estensione in chilometri quadrati della superficie ghiacciata dell'oceano Artico, è in deficit di un "tot". A quanto ammonta questo "tot"?
Dire che ammonta a circa 450 mila kmq può essere vago, avere scarso significato e generare malintesi, dire invece che attualmente la banchisa artica, non lontano dall'apice della sua estensione annuale, può contare su 13 milioni e 700 mila kmq anziche su poco più di 14 mila è già più chiaro e non fuorviante.
Ora, come possiamo constatare dall'andamento del vortice polare registrato negli ultimi mesi, pare che l'Oscillazione Artica e la curva dei ghiacci non siano esattamente sovrapponibili: l'anomalia si riscontrava con vortice polare debole e insiste anche con vortice polare più forte.
Non ci rimane che sperare in un recupero primaverile della banchisa artica, recupero che vede nella fase di transizione di fine dell'inverno uno dei periodi di accumulo nevoso tra i più favorevoli dell'anno meteolive.leonardo.it/news/In-primo-piano/2/Meno-ghiaccio-piu-neve-ecco-il-nuovo-status-quo-climatico-dei-poli/40601/.